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Birra della settimana

Apollo di Lucky Brews

26 Novembre 2023
La birra Apollo La birra Apollo

Ci portano verso il Veneto, in questa puntata, i sentieri di “Una per tutto, tutto per una”. La nostra rubrica periodica, dedicata a tratteggiare, di volta in volta, la fisionomia di una specifica birra (coi suoi connotati salienti e con le sue propensioni in abbinamento), dirige la sua rotta per l’esattezza verso la bella città di Vicenza. La quale, all’ombra dei suoi numerosi monumenti, tra cui spiccano diversi gioielli firmati dall’architetto Andrea Palladio, vede accese dal 2012 le insegne del marchio “Lucky Brews”: inizialmente come beer-firm, poi, con il 2016, nella dimensione di impianto proprietario. Una strada ultradecennale, insomma; lungo la quale il “catalogo” della casa si è ampliato e variamente assortito, sotto il profilo tipologico; intercettando anche esigenze via via più presenti sul mercato, come quella orientata verso prodotti senza glutine. E proprio questa qualità è tra i punti a favore della “Apollo”, una Golden Ale da 4 gradi e 9, che si qualifica per doti di agilità e “scatto”, a specchio del proprio nome.

ELOGIO DELLA LEGGEREZZA
Il nome d’arte, si diceva. Ecco, la scelta nasce dal desiderio di rivolgere una dedica alla figura di Apollo Creed, personaggio cinematografico il cui debutto risale all’uscita, nelle sale, del primo episodio della saga di “Rocky”; e che, nel corso della ben nota epopea con al centro lo “Stallone Italiano”, ne incarna prima la figura del rivale per poi diventare suo allenatore e amico. Creed è un pugile di colore (la cui tecnica ricorda, a sua volta, quella di Muhammad Alì), incline a combattere facendo perno in primis su un movimento continuo: nervoso, rapido; ed è esattamente questo il lato del suo temperamento che si riflette nella birra con cui “Lucky Brews” gli rende omaggio. Frutto di una ricetta che include anche un filo di frumento maltato e che prevede una luppolatura composita (Chinook, Styrian Golding, Lotus e Cashmere: gli ultimi due anche in dosatissimo dry-hopping), la nostra Golden Ale presenta un colore paglierino pieno, un aspetto lievemente velato, una schiuma bianca di buona fattura e tenuta; mentre al naso offre aromi sottili, di panificato chiaro, pesca, erba tagliata, fiori di tiglio e camomilla, arancia e incenso. Poi la sorsata: bollicina fine, corpo leggero come la taglia alcolica, avvio morbido e chiusura asciutta, una parabola amaricante il cui picco finale è tanto nitido quanto in equilibrio con le rotondità in cui s’incastona. Ora, come valorizzare, a tavola, una simile “condotta sul ring”? Ecco qua tre possibili spunti…

CON LE TARTINE “COTTO & STRACCHINO”
Partiamo da quello che potrebbe essere l’antipasto; una tartina di pane al latte guarnita con una crema preparata semplicemente frullando del prosciutto cotto (di “alta qualità” o almeno “scelto”): una prima volta da solo e poi una seconda volta dopo avergli aggiungendo dello stracchino. Il boccone è dotato di consistenza tenera, tale da rispettare quella della birra; presenta un profilo gustativo dolce o (o dolce con una lieve appendice amaricante): e anche in questo ricalca da vicino il temperamento della Golden Ale, determinando una piacevole continuità palatale; infine la nostra prima portata esprime una tendenza olfattiva delicata, con note lattee sulle quali quelle prative della “Apollo” si adagiano costruendo suggestioni ben presenti in tanti prodotti caseari.

CON LA CREMA DI ZUCCHINE
Prossima stazione, un primo piatto: una porzione di pasta condita con crema di zucchine. Quest’ultima, a sua volta, facile da preparare: avvalendosi di un tegame in cui far brillare in olio di oliva (giusto pochi minuti) gli ortaggi precedentemente tagliati a rondelle; aggiungendo poi del brodo vegetale (preferibilmente senza ulteriore supplemento di sale a quello già contenuto nel brodo stesso); mantenendo il tutto sulla fiamma per un quarto d’ora; infine usando un frullatore a immersione per ottenere un composto sufficientemente denso e fluido. All’assaggio, anche questo boccone rivela una consistenza tenera e una costruzione gustativa delicatamente dolceamara: prerogative che, esattamente come rilevato per il primo abbinamento, calzano piuttosto bene sul profilo sensoriale della birra. Quanto all’olfatto, in questo caso (sempre nel contesto di un confronto ben proporzionato tra le energie odorose del piatto e del bicchiere, entrambe sottili), l’anello di congiunzione tra l’uno e l’altro argomento aromatico è stabilito dall’erbaceità che contrassegna sia la zucchina sia alcuni dei profumi rintracciabili nella “Apollo”: una connessione aromatico davvero funzionante.

CON LE CORONCINE DI PEPERONI E UOVA
Terza prova, un secondo piatto: per l’esattezza delle coroncine di peperoni rossi (i più maturi e zuccherini), ripiene di uova sode. Le manovre di preparazione sembrerebbero più complesse; ma, a patto che siano così, lo sono assai relativamente. Si parte dai peperoni: da tagliare trasversalmente, a rondelle, realizzandole in modo da garantire loro un fianco alto almeno un paio di centimetri (la sagoma ricorderà quella di una piccola cornice rotondeggiante) e poi rimuovendone la parte interna. Seconda mossa: sul fondo di una padella antiaderente, lubrificata con olio d’oliva, si depongono le coroncine prima su un lato e poi sull’altro, così da scottarle leggermente. Terzo passaggio: all’interno di ciascuna coroncina si versa un uovo, precedentemente aperto avendo cura di non rompere il tuorlo; quindi si prosegue la cottura a coperchio chiuso, spegnendo la fiamma una volta che albume e “rosso” abbiano conseguito un grado di rassodamento giudicato sufficiente e aggiungendo (volendo) qualche granello di sale. L’architettura organolettica del boccone non è dissimile da quella dei precedenti: consistenza sostanzialmente morbida e tendenza gustolfattiva fondamentalmente dolce, qui senza neanche ombreggiature di tipo amaricante; insomma, un impianto che, lo abbiamo visto, si addice a quello della birra. L’elemento di divergenza, rispetto agli altri due abbinamenti, è rappresentato dalle relazioni olfattive: più intenso quello del boccone, ma non così prevaricante. E poi c’è comunque, tra piatto e bicchiere, una “ponte odoroso” interessante: quello che collega la frutta a pasta bianca e l’erbaceo della “Apollo” con il peperone delle “coroncine”; un “asse” tale da generare, nel suo complesso, sensazioni d’insieme ritracciabili piuttosto di frequente, specie in alcuni vini bianchi, come il sauvignon Blanc: un compendio aromatico dunque familiare e in buona misura percepito come gradevole, da parte del consumatore.

BIRRIFICIO LUCKY BREWS
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