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L'evento

Assoenologi, congresso con 120 candeline

07 Luglio 2011
giuseppe-martelli giuseppe-martelli

Ha 120 anni, e ci tiene, tanto a dimostrarli, quanto a festeggiarli. E non c’è occasione migliore per farlo del suo 66esimo congresso nazionale che si terrà ad Orvieto dal 9 al 12 luglio.

Quella della longevità è una stelletta attaccata al petto che l’Assoenologi, l’organizzazione che rappresenta i tecnici vitivinicoli d’Italia, ama spesso lucidarsi. È la più antica organizzazione al mondo del comparto vitivinicolo ed è un bel vanto anche quello di essere considerata la bisnonna tanto umile quanto saggia e protettrice di quei vanagloriosi e bizzosi nipotini d’oltralpe dell’Union des Oenologues de France nati solo nel 1959. A questa celebrazione dei 120 anni di fondazione “1891/2011” sarà dedicata l’intera cerimonia inaugurale a cui presenzierà anche il neoministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, il palermitano Saverio Romano.
Ma non sarà solo festa, il cuore del simposio. Che pure annovera un altro riconoscimento dal sapore di una seconda celebrazione: l’assegnazione del “Grappolo d’oro” assegnato a Gianni Zonin, un premio che rappresenta il massimo riconoscimento alla sua attività professionale  ma soprattutto – precisa Giuseppe Martelli (nella foto), il direttore dell’associazione e anima dei congressi, “…al manager, all’uomo, all’enologo che con le sue undici aziende vitivinicole,  ha creato la più grande realtà viticola familiare nazionale, contribuendo in modo sostanziale all’affermazione del vino italiano nel mondo” come recita la motivazione. Finite le feste, poi saranno subito intavolati problemi e tormenti che hanno animano in alternanza il decennio enologico. E che sollecitano soluzioni e impongono domande come quelle che più frequentemente si sentono porgere gli analisti del settore impegnati a gestire la dicotomia che vede un calo strutturale in Italia e nel mercato comunitario e una progressiva e continua espansione nel continente americano e nelle grandi economie asiatiche. Una bipartizione che sollecita l’esigenza di una ricerca mirata ad indicare nuove strategie e a suggerire cambiamenti di quei percorsi tradizionali basati sulla semplice vendita all’importatore. E soprattutto individuare nuovi strumenti idonei a disegnare sistemi innovativi più adeguati ai mutamenti della comunicazione e all’aggiornamento delle leve strategiche di marketing. E lo si farà in particolare nell’ambito di tre relazioni: “Conoscere il mercato per valorizzare la produzione” e  “Come pensa, valuta, giudica e acquista il vino italiano il consumatore americano, russo e cinese” due relazioni che scandaglieranno gli    indecifrabili intrecci dei mercati globali, mentre la terza sarà tutta giocata sullo standar di comunicazione per i nuovi target dei consumatori di domani, ovvero i giovani, la loro  cultura del consumo consapevole. Quest’ultima da veicolare con i “loro” mezzi che sono il web, i social network e i loro linguaggi integrati. Ampio spazio anche alle relazioni “tecniche” che pure accolgono uno spirito culturale che mira a combattere uno degli ultimi flagelli dell’enologia, ovvero la contraffazione. “Metodi innovativi per riconoscere i vitigni nei vigneti “ e  “Metodi innovativi per conoscere i vitigni nei vini” quest’ultima svolta da Fulvio Mattivi direttore del dipartimento qualità alimentare e nutrizione della Fondazione Edmund Mach. Un istituto prestigioso con un’esperienza internazionalmente riconosciuta, nell’ambito delle ricerche sulla tracciabilità dell’origine e delle genuinità dei prodotti agroalimentari e vitivinicoli.
“Dector ottici” e “Monitoraggi a distanza” sono gli altri temi di due relazioni che mirano a fare il punto sulle conquiste raggiunte in questo avanzato segmento della ricerca tecnologica. Quest’ultima sarà tenuta dal dottor Tommaso Bucci che sarà felice di congedarsi con la formula “Buona degustazione a tutti” visto che seguirà “L’Umbria e le sue eccellenze enologiche a confronto” ovvero un’analisi sensoriale guidata da Riccardo Cotarella su alcuni prodotti di alta gamma, espressione della terra ospitante.

Stefano Gurrera