Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
L'evento

Vivere in Assisi, i piatti medievali della festa di Gangi

05 Ottobre 2011
1-titolo 1-titolo

di Giovanni Paternò

Se l’Umbria è il cuore d’Italia le Madonie sono il cuore della Sicilia. E il paragone non si ferma al concetto di baricentro, ma si estende alle caratteristiche dei paesi interessati.

Sono accomunati da impronte medievali, strade selciate e lastricate, palazzi e case in pietra, centri storici rimasti genuini, paesaggi dolci, gente ospitale. In questo contesto d’altri tempi, una posizione di rilievo la gode il paese di Gangi, tra i più belli in assoluto. Non desideriamo annoiare i nostri quattro fedeli lettori decantando e descrivendo le bellezze paesaggistiche, architettoniche e artistiche del paese e le sue attrattive gastronomiche. Per questo rimandiamo ai links in calce, dove troverete tutte le informazioni. Ma quello che il web non dice è il carattere dei gangitani, gente ospitale, allegra, piena di buona volontà e di iniziative. Tra queste spiccano i molteplici eventi che organizzano nell’arco dell’anno; praticamente non c’è mese che non ci sia una manifestazione e le più importanti sono: Sagra della Spiga e Festa dei Burgisi ad agosto, lo Spirito Santo per la Pentecoste, la Processione della domenica delle Palme, il Presepe vivente per Natale. Inoltre, con cadenza biennale “Vivere in Assisi”, (www.vivereinassisi.it) un evento che rievoca la vita di san Francesco e che per tre giorni trasforma il paese in una fiction medievale, come se si vivesse in Assisi al tempo del santo, da qui il titolo.
Quella che si è svolta dal 23 al 25 settembre è stata la quinta edizione e ormai l’esperienza, l’ispirazione, l’impegno hanno fatto raggiungere la quasi perfezione. A partire dalle ore 19, fino alle 3 di notte, con frequenza di 20 minuti, un gruppo di circa 70 persone che si sono prenotate e hanno pagato un biglietto di soli 4 euro è accompagnato da una guida in costume, segue un percorso che comprende piazze, vie, case private e fa dieci soste nelle quali viene rappresentata una scena della vita di san Francesco. Il tutto in costumi dell’epoca, con luci d’atmosfera, ben recitato da volenterosi dilettanti, che coinvolge lo spettatore facendolo diventare parte viva della rappresentazione.

Roberto Franco, responsabile, coautore e coordinatore della manifestazione ci racconta che la preparazione dell’evento comincia un anno prima, con la creazione della sceneggiatura, delle scenografie, dei costumi, con le prove dei vari episodi.

Il tutto è affidato all’entusiasmo e allo spirito di volontariato delle persone coinvolte che non percepiscono alcun compenso.

Le poche risorse economiche provengono dal comune di Gangi, da qualche sponsor privato, dalla vendita dei 3.000 biglietti e servono solo per coprire le spese vive. Sono coinvolti 180 tra attori e figuranti, 50 addetti al servizio d’ordine, 7 sarte per i costumi.

Giuseppe Ferrarello: “Sono orgoglioso di essere il sindaco (ultimo nella foto sotto) di una comunità così generosa ed impegnata che in tempi di adorazione del dio denaro, con entusiasmo, dedizione e fatica mette a disposizione gratuitamente tempo e capacità”.

Quest’anno poi c’è stata la novità delle taverne medievali. In tavoloni e panche di legno massiccio, con piatti e bicchieri in vasellame di terra cotta, con personale in costume, sono stati serviti piatti dell’antica tradizione gangitana: un antipasto a base di pecorino, verdure grigliate, salsiccia secca, olive cunzate; uno spezzatino di carne dei manzi allevati nelle campagne del paese con le patate “aggrassate”

e specialmente una fantastica zuppa di ceci.

Angelo Cammarata, il tavernaro, e Santo Spitale, che nella vita fa l’ottico, ma che nella circostanza è stato il cuoco, ci descrivono il piatto.


Il tavernaro

I ceci, locali, sono stati tenuti a bagno per una giornata poi cotti con carote, cipolle, cotiche di maiale, ossi di manzo, sedano, olio, pepe e sale. Il risultato: una perfetta consistenza dei legumi, un gusto equilibrato ma che nello stesso tempo non confonde i singoli ingredienti. Per finire frutta di stagione e per dolci le sfince fritte al naturale con solo lo spolvero di zucchero a velo.

In una seconda taverna venivano servite uova sode e patate bollite.

 Segnatevi l’evento e fra due anni fate in modo di godervelo, magari soggiornando nelle varie strutture ricettive del paese, che dovrete prenotare con anticipo, e gustando le specialità montane dei vari ristoranti.

Links utili:
www.wikipedia.it (cercare: Gangi)
www.comune.gangi.pa.it
www.borghitalia.it