Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
L'iniziativa

Le nostre parole per l’anno che verrà

31 Dicembre 2016
parole parole

Siamo agli sgoccioli. Il 2016 ci sta per lasciare ed arriverà un nuovo anno che, speriamo possa portare una ventata di freschezza e di novità.

Ok, direte voi, è la solita solfa. L'anno che ci lasciamo alle spalle di solito non è stato molto bello e a quello nuovo chiediamo che siamigliore. In fondo ogni anno facciamo così.E, tanto per non mancare le tradizioni, anche quest'anno la nostra redazione ha voluto, attraverso i colleghi e collaboratori, pensare ad una parola che potrebbe diventare il simbolo del prossimo anno. Le nostre sono queste. Fateci sapere le vostre. BUON ANNO DA TUTTI NOI!

REPUTAZIONE – FABRIZIO CARRERA (Direttore Cronache di Gusto)

È la mia parola per l'anno che verrà. Reputazione viene dal latino reputare. Cioè computare, pensare, riflettere. Quindi la reputazione è un atto del pensare, l'atto di una riflessione. E mi piace pensare che reputazione in inglese è reputation e quindi pesca dal latino. Reputazione, quindi stima, considerazione che abbiamo verso qualcosa o qualcuno. Ma a noi interessa soprattutto la reputazione che ci si costruisce addosso a garanzia degli altri. È un percorso quotidiano e costante. E mi piace pensare che in un mondo dominato da flussi infiniti di parole e giudizi attraverso i social ci sia spazio per crearsi una reputazione, una fiducia, una stima che faccia la differenza. Per noi giornalisti oggi è una priorità sempre più irrinunciabile. La reputazione, se c'è, è tutto. Poi viene il resto.

SEMPLICITA' – GIORGIO VAIANA
Datemi pure del romantico, ma credo che il nuovo anno debba iniziare nella maniera più semplice possibile. Riscoprire la vita “slow”, lenta, fatta di piccole cose, soprattutto staccati dalla tecnologia che ormai ci sta sempre di più rendendo schiavi. Meno condivisioni social e più condivisioni sociali, di persona. Usciamo con gli amici, guardiamoci negli occhi, abbracciamoci, i “like” dimostriamoli dal vivo, non con un click sul computer. Al 2017 chiedo questo: una vita più piena di amicizia vera e non virtuale. 
 
 
DIREZIONE – ROBERTO CHIFARI
L'anno che verrà può essere l'occasione per definire una direzione da intraprendere e si collega anche all'idea di proiettarsi in avanti alla ricerca di nuove sfide da raccogliere. La direzione è quella che ci auguriamo di intraprendere per superare i nostri limiti.
 
COSCIENZA – DANIELA CORSO
Di ciò che siamo e di ciò che conosciamo, ma anche di ciò che potremmo essere e di quello che ancora abbiamo da apprendere. Troppo spesso dimentichiamo di vivere in consapevolezza di noi stessi e del mondo che ci circonda, perché troppo di fretta, abitudinari o superficiali. Nel nostro lavoro di informatori, non si dovrebbe prescindere dalla facoltà immediata di “avvertire, comprendere e valutare i fatti”, come indica il significato letterale del termine, e nello stesso tempo di svolgere tutto ciò con impegno, cura e senso di responsabilità, in una sola parola con coscienza. Che sia un anno in cui avvertire con maggiore sensibilità ciò che ci sta attorno ed il ruolo che la nostra professione ci impone, ma anche in cui imparare a guardarci dentro, per provare, perché no, a riconoscere i nostri veri talenti. “La conoscenza genera coscienza e questa a sua volta responsabilità” (Massimo Bottura).
 
GENESI – ILARIA DE LILLO

Un salto indietro alle origini del tutto, della mia storia, della storia dell'uomo, del creato nella sua purezza e natura incontaminata, per capire come siamo arrivati all'oggi fatto di relazioni uomo-natura e uomo-uomo distrutte. Vedo oggi un forte desiderio di una lettura eziologica del mondo per capire come hanno avuto origine le problematiche di cui i capi di governo discutono, come la tecnologia ha cambiato il modo di tessere relazioni umane, come la nostra identità ha un fondamento storico e una ragione di essere solo andando alle origini della storia. Questa esigenza si riflette anche in ambito enogastronomico con una riscoperta della cucina povera, della cucina tradizionale, il diffondersi della cucina del riciclo per non sprecare le risorse (sempre più scarse) e ottimizzare i costi; il prediligere prodotti non trattati, portati in tavola direttamente dalla terra, la ricerca di una sapienza culinaria che deriva dal ricettario delle nonne piuttosto che da nouvelle cousine spersonalizzante. Il desiderio di riconoscersi in qualcosa e conoscenza è evidente, e la conoscenza vera non si ha se non attraverso le proprie origini. Per questo secondo me la parola dell'anno è Genesi.
 
EDUCATO – LORELLA DI GIOVANNI

Educato è una parola che ho voluto prendere in prestito dal libro di Andrea Segrè, “Cibo” per portarla con me nell’anno che verrà. Educato: “Vorrei un cibo educato. Un solo aggettivo, che non ha bisogno di tante parole di contorno. Così ci riprenderemo il diritto al cibo, e non il suo rovescio. Questo è quanto (basta).”
 
FIDUCIA – ANNALUCIA GALEONE
Credere in se stessi, nelle proprie convinzioni, sempre anche quando le cose sembrano non andare per il verso giusto. Si crede quando si ama veramente quel che si fa e la passione alimenta la fiamma. Scegliere chi essere e cosa fare è un atto di coraggio. Auguro a tutti di essere capaci di rischiare, di andare controcorrente e non accontentarsi delle scelte facili, le più ovvie e scontate.
 
COMPASSIONE – CRISTINA GAMBARINI
Compassione, nel senso etimologico del termine, cum patire, ossia soffrire insieme. La capacità di immedesimarsi negli altri e di capire sino in fondo il dolore, le preoccupazioni, ma anche le speranze e tutti gli stati d'animo delle persone che ci sono vicine, care ma non soltanto. Per allenare la nostra sensibilità e renderci un po' meno distratti ai bisogni ed esigenze altrui. Senza che ci venga chiesto, spontaneamente.  
 
RINASCITA – FRANCESCA LANDOLINA
La lettura quest’anno mi aiuta a scegliere la parola dell’anno. In prestito le parole di Gabriel García Márquez che recitano: “Gli esseri umani non nascono sempre il giorno in cui le loro madri li danno alla luce, la vita li costringe ancora molte volte a partorirsi da sé”. Così da una lettura, il pensiero partorisce la parola del 2017: rinascita. L’augurio più grande che possa fare a tutti e alla mia terra è questo. Rinascere iniziando un nuovo percorso di vita che, guidato dalla consapevolezza, conduca verso una nuova alba. Che queste parole siano da stimolo per chi lavora, sfiduciato, stanco, pensando che questa terra non cambierà mai. Non è così. Sono gli uomini a poterla cambiarla. E la volontà muove tutto. 
 
CONDIVISIONE – FEDERICO LATTERI

Condividere informazioni dà conoscenza, condividere un brindisi dà felicità, condividere uno sguardo crea intesa, condividere sogni e idee crea il futuro.
 
INTRAPRENDENZA – CLARA MINISSALE

Basta con i vecchi e rassicuranti schemi. La mia parola per il 2017 è intraprendenza. Una persona intraprendente è dinamica, efficiente, laboriosa, ricca di idee e di iniziative. Ed è così che voglio immaginare l'anno che sta per arrivare. Con idee sempre nuove da mettere in cantiere… o meglio nel piatto e la giusta dose di audacia nel portarle avanti.
 
GUSTO – GIANNI PATERNO’
Che vita sarebbe senza gusto? Gusto per le cose belle, gusto per le cose buone, gusto per vestirsi, per mangiare e per bere. Gusto, parola che purtroppo viene dimenticata da molti cuochi, pardon chef perchè più di moda, almeno in molti dei loro piatti. Si dedica sempre più attenzione alla vista, alla composizione, con abuso di fiorellini, spolveri vari e pennellate colorate, ad accoppiamenti di ingredienti i più disparati e fantasiosi, ed il gusto? Magari è andato a farsi una passeggiata lontano dalla tavola. Le mie orecchie non possono più sentire l’aggettivo “delicato” attribuito ad un piatto che sostanzialmente non sa di niente. Per favore dateci un 2017 con più gusto, alla fine sarà per tutti “più gusto di vivere”.
 
TERRA – GERALDINE PEDROTTI

Nel senso più ampio del termine. Innanzitutto terra come il luogo dove tutto nasce, da dove proviene tutto ciò di cui noi giornalisti scriviamo ogni giorno. E terra è la passione di centinaia di produttori che vivono grazie ai suoi frutti. Terra anche come il legame con il luogo dove viviamo e lottiamo per andare avanti giorno dopo giorno, nonostante mille difficoltà. Ma soprattutto terra come semplicità, un concetto che lasci da parte vanità e boria che non hanno – o almeno, non dovrebbero avere – nulla a che fare con essa.
 
ETICHETTA – MICHELE PIZZILLO
Una bella etichetta impreziosisce ancora di più una bottiglia che contiene un grande vino. L’etichetta eccelsa, invisibile perché immateriale ma facilmente percepibile, è, però, quella che distingue una persona educata. Una bella persona, insomma, che se hai la fortuna di incrociare ad inizio giornata, è sicuro che per il resto del tempo ti ricorderai che nel mondo c’è ancora gente educata  e rispettosa delle regole. Insomma, persone per bene. Ecco, etichetta – di buona educazione -, dovrebbe essere la parola “principe” del 2017. Se ne sente il bisogno, specialmente nel mondo della comunicazione.

FIDUCIA – MAURO RICCI
Manca sempre più quel convincimento che posso e devo contare su me stesso, e solo su me stesso, per la costruzione delle mie prospettive. La fiducia in te stesso ti fa prendere le giuste decisioni su come procedere con la giusta fatica e il giusto impegno verso gli obiettivi che ti proponi di raggiungere.             Prevale spesso la ricerca delle scorciatoie puntando a facilitatori esterni, valutandoli indispensabili per procedere, piuttosto che impegnare se stessi e le proprie risorse in cui credere.

CORAGGIO – MANUELA ZANNI
Di agire, di vivere, di scegliere, di decidere, di dire di no, di rischiare. Qualsiasi cosa facciamo bisogna avere il coraggio di farla senza temere le conseguenze delle proprie azioni. Questa è l' unica cosa che riuscirà a renderci davvero liberi. È l' unica arma che abbiamo per combattere la viltà, per non cadere nella trappola, sempre dietro l'angolo, di restare comodamente distesi sul divano della nostra esistenza e camminare in pantofole lungo la strada della vita. Bisogna indossarle quelle  scarpe da ginnastica, anche se sportivi non siamo, e giocare ogni giorno  la partita. A volte si vince, altre si perde. Ma quando poi si torna a casa si sarà felici di togliere quelle scarpe dalle suole consumate ed essere meritevoli di godere il meritato riposo.

C.d.G.