di Geraldine Pedrotti
“Lavoriamo ogni giorno per lasciare ai nostri figli un ambiente migliore del nostro. In una parola: per la sostenibilità. Non è un processo casuale, ma un atto volontario che richiede il supporto della scienza, della tecnologia e dell'organizzazione. Lo facciamo perché sappiamo che, come ogni cosa che si coltiva con passione ed esperienza, anche la responsabilità porta i suoi frutti”.
E’ questo l’obiettivo del programma “SOStain”, il primo programma di sostenibilità per la vitivinicoltura sviluppato in Italia, attraverso cui la Sicilia del vino punta ad incentivare le aziende a ridurre il proprio impatto ambientale. E per farlo si partirà a fine mese con cinque giorni dedicati al futuro della viticoltura sostenibile, con un workshop a Camporeale, nella tenuta di Sallier de La Tour di Tasca d’Almerita. Dal 28 novembre all’1 dicembre, infatti, si svolgerà il “Corso di formazione professionale per 20 Operatori di sostenibilità in viticoltura ed enologia”, e il 2 dicembre si continuerà con un approfondimento sul progetto “SOStain: la via siciliana per la sostenibilità del vino”.
Obiettivo del corso è fornire ai partecipanti le informazioni base per valutare le prestazioni di sostenibilità nella filiera vitivinicola attraverso il programma del ministero dell’Ambiente “Viva – La sostenibilità del vino”. La struttura del corso è modulare e includerà lezioni teoriche e workshop per illustrare, dal punto di vista pratico, l'applicazione degli indicatori di sostenibilità “acqua, aria, vigneto e territorio” a prodotti e organizzazioni vitivinicole, operazioni necessarie al fine di ottenere la valutazione e dunque l'etichetta “Viva”.
L’obiettivo del programma è sviluppare una sostenibilità che valorizzi tutto ciò che vive intorno al sistema produttivo del vino, come la terra, il paesaggio, la flora e la fauna, ma anche chi lavora e chi consuma il vino. L’idea è nata nel 2010 dall’incontro tra Alberto Tasca d’Almerita ed Ettore Capri, direttore del centro di ricerca Opera dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Insieme ad Alessio Planeta, che ha immediatamente condiviso l’idea di una ricerca improntata alla sostenibilità, decidono di intraprendere un percorso volto ad arricchire e valorizzare tutto ciò che vive intorno al sistema produttivo, come la terra, il paesaggio, la flora e la fauna, chi lavora e infine chi consuma il vino. Al progetto aderiscono, qualche anno dopo, anche le Cantine Settesoli e Terre di Noto con l’obiettivo di perseguire uno sviluppo rispettoso dell’ambiente, socialmente equo ed economicamente efficace. “Ciò che distingue SOStain dagli altri programmi di sostenibilità del settore vitivinicolo è l’approccio di tipo orizzontale, basato cioè sulla misurazione dell’impatto delle attività dell’intera azienda e non soltanto del processo produttivo relativo al singolo prodotto – spiegano i fautori del progetto – la certificazione, oggi in corso, da parte di un ente terzo indipendente garantirà alle aziende un riconoscimento del proprio sforzo nella direzione della sostenibilità e costituirà una garanzia per quei consumatori che vogliono effettuare scelte attente e consapevoli”.