Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 24 del 30/08/2007

IL PRODOTTO/1 Tempo di caponi

29 Agosto 2007
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    IL PRODOTTO/1

Da metà agosto il Mar Mediterraneo viene invaso dalla lampuga, il vero nome di questo pesce azzurro. È gustoso e nobile se si considera che la sua carne contiene molte proteine. Alcune ricette gustose

lampuga2.jpgIl tempo
dei caponi

È buono, nutriente, con un buon rapporto qualità-prezzo e questo è il momento migliore per gustarlo. È a metà agosto, infatti, che la lampuga (o capone) fa la sua comparsa nei nostri mari, dove rimane fino a dicembre. È un pesce azzurro (appartiene alla famiglia delle corifenidi) originario delle zone tropicali, ma è ampiamente diffuso in tutto il Mediterraneo.

 Vive in branchi, lontano dalla costa e catturarlo, come raccontano molti pescatori, è puro sport dato che una delle caratteristiche della lampuga è la sua capacità di fughe improvvise e velocissime.
Nei nostri mari si pescano specie di taglia media, da uno a due chili, la cui lunghezza varia dai 50 ai 70 centimetri, ma nei mari tropicali questo pesce può arrivare fino a venticinque chili. È possibile trovarlo sui banchi delle pescherie ad un prezzo medio che si aggira intorno ai dieci euro al chilo.
“Nasce come pesce povero, come le alici o gli sgombri, ma, pur essendo più versatile di questi ultimi è senz’altro meno conosciuto e meno diffuso sulle nostre tavole”, racconta Gaetano Sampino, titolare di una pescheria in viale Strasburgo, a Palermo. “Un peccato – gli fa eco Liborio Giorlando, del ‘Ristorante del Golfo’ di Castellammare del Golfo, in provincia di Trapani – perché è un pesce ottimo che consente di preparare piatti rapidi e gustosi. La sua carne non è selvatica, anzi direi che è prelibata. Inoltre c’è un buon rapporto qualità-prezzo. L’importante è che, prima di qualunque preparazione, il pesce vanga sfilettato”. È ottimo semplicemente lessato, condito con olio e limone o fatto al forno con l’aggiunta di capperi e pomodorini o, ancora, classico, panato e arrostito, condito con olio e un po’ di mentuccia. Parola di chef.
Ma l’esaltazione del gusto la si raggiunge preparandolo al vapore o in agrodolce. “Nel primo caso – spiega Giorlando – si fa una base per il soffritto nel quale si scotta appena il pesce. Poi si aggiungono pomodorini, pinoli, uvetta, si sfuma un po’ con il vino bianco, un po’ di sale e in dieci minuti è pronto. Per chi preferisce l’agrodolce, invece, una marmellata di cipolle di Tropea è l’ottimo complemento del pesce sfilettato e fritto”. Antiche tradizioni culinarie narrano anche di una caponata ricca realizzata con il capone come ingrediente principale al posto delle melanzane, che ne avrebbero preso il posto in epoca successiva. Proprio da questa preparazione, secondo alcuni, deriverebbe il nome “caponata”. Per quanti volessero azzardare un po’, magari miscelando gusto mediterraneo e sapori d’oriente, Giorlando consiglia di lasciare cruda la lampuga sfilettata e di farne un carpaccio condito con olio e salsa di soia.
Un pesce gustoso e nobile, dunque, se si considera che la sua carne contiene molte proteine “ed essendo caratterizzata da un tessuto connettivo elastico – spiega il professor Giorgio Calabrese, nutrizionista, componente della Commissione sulla sicurezza alimentare di Bruxelles – è ottima anche per bambini e anziani. È un pesce masticabile e digeribile e, se associato al pomodoro, alle patate, all’olio e a qualche spezia, costituisce un piatto sano e completo, ricco di proteine nobili, con il giusto contenuto di ferro, di vitamina B 12, grande alleata del sistema nervoso e di grassi omega 3”, quelli che aiutano a combattere il colesterolo, per intendersi.

Clara Minissale

E in ottobre protagonista a San Vito