Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 40 del 20/12/2007

IL NATALE DEI VIP Un pranzo “very important”

20 Dicembre 2007
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    IL NATALE DEI VIP

natale_vip.jpgIl governatore della Sicilia, Ficarra e Picone, Amauri e altri raccontano i loro “vizi” a tavola. Cuffaro: “Anche la nostra acqua è democristiana, frizzante ma stemperata con la naturale…”

Un pranzo
very important

Natale con i tuoi, recita un vecchio, e abusato, adagio… soprattutto se a cucinare è la mamma, è il caso di aggiungere. Eh già, perché la vecchia, cara cucina casalinga delle feste vince su tutto e si piazza direttamente al primo posto nella speciale top del “Natale perfetto” anche nelle case più famose.

I personaggi very important, dunque, non fanno eccezione ed approfittano delle feste per ricongiungersi ai propri familiari e lanciarsi con loro nell’impresa di gustare il pranzo natalizio, meglio se preparato dalle mani sapienti e ricche di tradizione delle “capo famiglia”.
cuffaro.jpgIl presidente della Regione Siciliana, Totò Cuffaro, ad esempio, passerà il Natale a Raffadali, in provincia di Agrigento, suo paese d’origine. La sua tavola, assicura, “sarà un trionfo di cappone in brodo, pollo ripieno, di immancabili carciofi impanati e fritti (passati prima nell’uovo e poi nel pan grattato alla maniera di mamma Ida – raccomanda). Quindi, formaggi siciliani, agrumi vari, frutta secca e, per concludere, il panettone artigianale al pistacchio dei pasticcieri di Raffadali”. Ad accompagnare il tutto, i vini Euno e Pluvia prodotti nella sua tenuta di Piazza Armerina. “Per l’acqua – racconta – si farà alla maniera ‘democristiana’: le bollicine della frizzante saranno stemperate nella naturale. E per finire “attendo con impazienza il Natale per ricevere in regalo dal senatore Mannino una bottiglia del suo Abraxas, da sorseggiare con il dessert”.
borsellino.jpgCena di magro la sera della vigilia, ma sempre in linea con la tradizione familiare, invece, per Rita Borsellino che porta avanti una tradizione alla quale ha dato il via la nonna, un po’ abruzzese e un po’ palermitana. “Noi non facciamo grandi abbuffate – racconta – ma una cena leggera in linea con la tradizione cattolica. Ad una pasta con verdure seguono di solito tante coloratissime frittate, anche queste vegetariane, che accontentano grandi e piccoli. E per dessert, i buccellati fatti in casa con la marmellata di fichi preparata da noi in estate e conservata per l’occasione. E per accompagnare il tutto un buon rosso siciliano”.
piazzese.jpgDiffidente rispetto ai grandi pranzi d’occasione, e con un occhio alla qualità piuttosto che alla quantità, anche lo scrittore Santo Piazzese che si definisce “un mangiatore con moderazione”. Il suo sarà un Natale da trascorrere in famiglia tra grandi pranzi ma lui, che generalmente preferisce una singola portata per ogni pasto, farà solo piccoli assaggi. “Mi limiterò nella quantità ma proverò un po’ di tutto – afferma – perché alle abbuffate preferisco le degustazioni”. E ricorda con nostalgia i piatti che fino ad un paio di anni fa sua mamma preparava in occasione del Natale: “Gli anelletti al forno erano di rigore, poi si mangiavano carne, salsiccia, i classici spitini alla palermitana, un po’ di falsomagro, i cardi fritti e due pietanze che sono ormai in via d’estinzione e che riassaggerei volentieri, i sasizzeddi e i carciofi con la tappa dell’uovo”. Il vino? “Un buon syrah e per finire cassata al forno o alla siciliana, ma fatta con la vera ricotta, anche questa ormai in via d’estinzione”.
ficarra_picone.jpgAnche per Ficarra e Picone il Natale corrisponde alle prelibatezze culinarie preparate in famiglia. “Per me dice – Valentino Picone – le feste significano la cucina della mamma. Da noi il Natale comincia per l’Immacolata e finisce per l’Epifania. Lo scorso 8 dicembre abbiamo iniziato con l’antipasto, e stiamo ancora mangiando – scherza -. Per la notte del 24 saremo al primo e finalmente potrò gustare il mio piatto preferito: le lasagne. Per il secondo dovrò aspettare fino all’1 gennaio, visto che i primi sono più di uno e quindi per i miei involtini dovrò ancora pazientare. A parte il cibo questo sarà un bel Natale, perché sarò lontano, da Ficarra”. “Anche per me – gli fa eco Salvo Ficarra – sarà un buon Natale perché so che Picone non sarà in mezzo ai piedi. Così, contrariamente ad alcuni anni addietro, in cui siamo stati costretti a passarlo insieme perché lavoravamo, quest’anno potrò starmene in santa pace in famiglia e gustare le prelibatezze cucinate da mia madre. Il mio piatto preferito? Il falsomagro ripieno, una vera delizia”.
amauri.jpgTradizioni familiari anche per l’attaccante del Palermo Amauri, che quest’anno non festeggerà il Natale in Brasile, suo paese d’origine. Pensa con nostalgia al tacchino ripieno con patate, pezzo forte della mamma: “Il pranzo da noi – spiega – è un gioco di squadra. Si riunisce tutta la famiglia e ognuno porta una pietanza. Si mangia tanto, come a Palermo – afferma con un sorriso – ma se potessi, completerei il nostro pranzo della tradizione con cassata e cannoli”.
sperandeo.jpg“Io sono un semplicione e a Natale mi bastano un piatto di pasta e fagioli e del bollito”. Tony Sperandeo, attore palermitano che ormai vive tra Roma e Napoli con qualche puntatina a Palermo, racconta del suo amore per le cose semplici. “In fondo – confessa – basta poco per farmi felice: una bella cassata tradizionale con l’immancabile frutta candita. Il tutto innaffiato da un ottimo rosso, magari Nero d’Avola. Meglio ancora – scherza – sarebbe avere da bere un ‘rosa-nero’, come la mia squadra del cuore”.

Clara Minissale