Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 40 del 20/12/2007

LA TAVOLA DI NATALE Bianco e oro, noblesse oblige

20 Dicembre 2007
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    LA TAVOLA DI NATALE

tavola_natale_hp.jpgTovagliati, piatti e bicchieri. A dominare è il sobrio ma luminoso. Elena Hugony: “È bello evocare la magia della festa con veli di chiffon panna, ocra, avorio su una tovaglia giallo intenso”

Bianco e oro,
noblesse oblige

Nonostante la stangata dei prezzi, che si fa sentire più forte proprio durante le feste, anche quest’anno il gusto per il buon cibo tornerà sulle tavole degli italiani insieme con il piacere di vestire a festa la propria mensa. Fantasia o monocolore, la tavola del Natale 2007 avrà come note dominanti il bianco e il color oro. Un Natale caldo, luminoso e all’insegna della sobrietà.

tavola_natale.jpg“Si può giocare con tutte le sfumature che vanno dal bianco all’oro – suggerisce Elena Hugony, erede del negozio di via Ruggero Settimo, a Palermo -, a partire dal tovagliato è bello evocare la magia della festa con una profusione di veli di chiffon panna, ocra, avorio posti a diverse lunghezze su una tovaglia giallo intenso, ad esempio. Una soluzione tradizionale ma di effetto, che illumina l’ambiente insieme con le candele piccole o grandi, come quelle a forma di fiore che fanno anche da centrotavola. Si possono abbinare piatti con il bordo in foglia dorata, nell’ordine tradizionale di piano e fondina, ma sempre incorniciati da un grande sottopiatto, che ultimamente va molto di moda nell’arredo della tavola”.
I veri protagonisti del convivio saranno però, per numero e volume, i bicchieri pronti a stuzzicare e a soddisfare gli intenditori di vino, liquori e bollicine. Sulle tavole natalizie se ne potranno contare fino a cinque. Due alti, per il vino bianco e per il rosso, uno per l’acqua e, in posizione arretrata, quello minuto per gli spiriti e il calice da spumante. Per non eccedere, si possono scegliere bicchieri lisci e trasparenti per vino e acqua, e un calice più importante per il cuvée, in vetro soffiato e colorato, ad esempio.
“Una valida alternativa alla tradizione, all’oro e ai decori importanti – aggiunge Elena Hugony – sono i piatti in semplice porcellana bianca, non tondi ma squadrati e leggermente irregolari, da esaltare con un sottopiatto nero-onice. Ne esistono di bellissimi, come i madreperlacei piatti di bone-china, una pregiata (e costosa, ndr) varietà di porcellana, fatta di caolino e… cenere di ossa animali. Il risultato è una tavola contemporanea, minimalista, che ha il sapore di estremo oriente, leggera e sofisticata. In questo caso la si potrà rendere eccentrica e vezzosa puntando sui bicchieri, accostando ad esempio grandi calici rosso rubino tagliati 'a diamante' e, sparsi qua e là sulla tavola, rametti luccicanti che ricordano il corallo”.

Paola Camillo