LA PREVISIONE
A Capodanno si brinderà soprattutto con le bollicine del Belpaese che guadagnano quote di mercato a scapito degli champagne francesi. I dati della
Coldiretti
Cin cin all’italiana
Bollicine italiane per brindare al Capodanno. Il passaggio al 2009 è, nel 98% dei casi, segnato da brindisi con prodotti italiani che guadagnano quote di mercato a scapito dei francesi.
Per lo champagne la belle epoque sembra dunque appannata, con un crollo del 66%, secondo una elaborazione Coldiretti sulla base dei dati Istat, nelle importazioni di bollicine d’oltralpe in Italia.
Si segna così il minimo storico per le maison della Champagne, appena un terzo dei cin cin di fine anno rispetto a quelli del 2008. Il Bel Paese resta tuttavia il quinto mercato al mondo per volumi e terzo in valore, come precisato dal Comitè Interprofessionnel du Vin de Champagne (Civc).
A trainare in Tv il comparto spumantistico nazionale l’iniziativa “Brindo italiano” del ministro delle Politicheagricole Luca Zaia con centinaia jeroboam (formato da tre litri) stappate in diretta televisiva, tra cui le 60 di prosecco del Consorzio di tutela Conegliano Valdobbiadene che in queste feste ha visto incrementare le vendite del 5% rispetto allo stesso periodo del 2008. «Abbiamo dimostrato – afferma Zaia – che quando si tratta di difendere e valorizzare l’agricoltura italiana siamo tutti dalla stessa parte. E i dati premiano il gioco di squadra». Dal 20 dicembre fino al 10 gennaio si stapperanno, secondo una stima del Centro studi di Assoenologi, 140 milioni di bottiglie di spumante italiano, il 40% dei 350 milioni che l’Italia ha prodotto nel 2009. Sempre secondo i dati degli enologi, in queste festività gli italiani spenderanno in bollicine al supermercato, in enoteca o al ristorante oltre 800 milioni di euro. A cui occorre aggiungere, precisa il direttore generale di Assoenologi Giuseppe Martelli, un valore di 1.800 milioni di euro per gli altri vini italiani, tranquilli e frizzanti, consumati durante queste ricorrenze.
Quest’anno a caratterizzare le vendite del settore è stato l’incremento delle vendite di confezioni di vini e spumanti che, nonostante il periodo di crisi, farà registrare un +5% rispetto al 2008. Ma la particolarità 2009, sottolinea Martelli, «sta sicuramente nella conferma dello spumante ‘metodo classico rose» la cui domanda, per il quarto anno consecutivo, è aumentata del 100%, tanto da mettere in crisi i produttori che hanno esaurito tutte le scorte. Molta soddisfazione in Trentino ed in Lombardia visto che le aziende produttrici di ‘Trento Doc’ hanno venduto nel 2009 poco meno di 9 milioni di bottiglie a cui ne vanno aggiunte altri 2,5 milioni elaborate con il ‘metodo charmat’. In Lombardia il Franciacorta Docg ha raggiunto i 10 milioni di bottiglie che diventano quasi 15 milioni con le altre, sempre ‘metodo classico’. In Oltrepò Pavese le aziende hanno venduto nel 2009oltre 9 milioni di bottiglie di cui 7 milioni prodotte con il ‘metodo charmat’. Sui mercati esteri, gli ultimi dati sulle vendite sulle vendite di spumante italiano all’estero danno un incremento del 5,2% in quantità rispetto al 2008.
Unica voce che sembra perdere smalto è la parola ‘spumante’. Secondo il presidente del Consorzio di Tutela del Franciacorta, Maurizio Zanella, la parola spumante “è morta, perché banalizza. Meglio parlare di denominazioni, un valore aggiunto e di fatto una marcia in più nelle vendite all’estero dove è evidente che il vino vada trattato per zone d’origine”.
C.d.G.