Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 44 del 17/01/2008

L’AZIENDA Aspettate e berrete

17 Gennaio 2008
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    L’AZIENDA

giuseppe_melia_con_la_signora_yamazaki.jpgLa cantina trapanese Ceuso vende solo adesso 4.000 bottiglie ai giapponesi di annate come il '98 e il '99 a un prezzo maggiorato. “Premiata la cultura dell'attesa”

Aspettate e berrete

Il Ceuso, annate ’98 e ’99, venduto solo adesso ai giapponesi. Uno dei migliori rossi siciliani potrà essere bevuto così a distanza di dieci anni come accade alle bottiglie importanti. Quello della cultura dell’attesa è uno degli obiettivi di quest’azienda siciliana emergente con vigneti nel territorio di Alcamo.

E Giuseppe Melìa, l’enologo della cantina, non ci ha pensato due volte ad accogliere le parole di un guru della vitivinicoltura come il professore Mario Fregoni il quale qualche tempo fa ebbe a dire dei vini siciliani: «Buone bottiglie, non c’è che dire, ma avete troppa fretta a vendere». La fretta, come sa bene anche Fregoni, è quella di vendere appena si può per recuperare un po’ di fiato economico perché un’azienda vitivinicola soprattutto all’inizio di un’avventura imprenditoriale è anche un notevole sforzo economico. Questa volta le parole di Fregoni non sono cadute nel vuoto. «Sono arrivati un gruppo di giapponesi da Tokio capitanati da Yuko Tanemoto della società importatrice Yamazaki. Hanno assaggiato tanti vini, avevamo accantonato un po’ di bottiglie Ceuso delle annate ’98 e ’99 per il piacere di venderle a qualche anno di distanza. Sono state molto apprezzate e alla fine il gruppo di giapponesi ha deciso di acquistare quattromila bottiglie. Non sono tantissime ma per una cantina di vigneron come la nostra sono una bella cifra e la piccola soddisfazione di venderle, tra l’altro, a un prezzo maggiorato del 15 per cento rispetto al periodo in cui queste due annate di Ceuso sono state commercializzate. La politica dell’attesa talvolta può premiare – continua Melìa – e il Ceuso si è presentato ai giapponesi solo con un colore un po’ diverso ma al naso e al gusto ha superato ampiamente la prova». La cantina della famiglia Melìa oggi produce circa 130 mila bottiglie e quattro etichette dove per l’appunto spicca il Ceuso (prima annata in vendita il ’95), taglio di Nero d’Avola, Cabernet Sauvignon e Merlot.

F. C.