Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 116 del 04/06/2009

EDITORIA Omaggio al Pinot nero

04 Giugno 2009
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EDITORIA

altNel libro di Peter Dipoli e Michela Carlotto la storia del vitigno, dalle sue origini ai giorni nostri, partendo dal suo miglior terroir: l’altopiano di Mazzon in Alto Adige

Omaggio
al Pinot nero

Poco meno di cento pagine per raccontare quasi due secoli di storia. Sì, perché in Tirolo si iniziò a parlare di Pinot nero grazie all’arciduca Giovanni d’Asburgo. E da lì questo vitigno raggiunse una tale nobiltà che oggi è al centro di mille dibattiti e interessi.

Ma è anche al centro di mille passioni e di lavori editoriali, come quello che gli hanno dedicato Peter Dipoli e Michela Carlotto. “Mazzon e il suo Pinot nero” è un libro di facile lettura, breve ma ricco di elementi per chi nutre passione per il vino. Ma è soprattutto un omaggio al Pinot nero, “vitigno capriccioso”, come lo definisce il professore Attilio Scienza, docente di viticoltura presso l’Università degli Studi di Milano, il quale firma la prefazione del libro.
Il volumetto racconta dunque la storia del vitigno, partendo da Mazzon, il cru del Pinot nero in Alto Adige, un altopiano in pendenza situato sopra Egna – Neumark. Da tutti è considerato il migliore terroir per questo vitigno del Sudtirolo e quindi di tutta Italia. Dipoli e Carlotto intraprendono un vero e proprio viaggio alla scoperta delle prime viti, delle prime etichette, descrivendo ogni vigneto, dedicando un intero capito al clima e alla caratteristiche del terreno. Ma non solo. Il libro, che si può trovare alla Pro Loco di Egna, è una vera e propria guida al Pinot nero dell’altopiano di Mazzon, con una sezione riservata ai produttori. Sono più di dieci le pagine di schede aziendali, supportate da una vera e propria mappa dei vigneti.
Per Peter Dipoli, questo volumetto è il coronamento di una passione per il Pinot nero: lui è un produttore a Egna, il quale ha dedicato buona parte della sua vita alla crescita del vino sudtirolese. Dipoli è infatti vicepresidente del Comitato delle Giornate Altoatesine del Pinot nero ed è anche uno dei suoi fondatori. Al suo fianco, nella stesura del libro, c’è la giovane Michela Carlotto, laureata in viticoltura ed enologia all’università di Udine, vignaiola e anche lei membro del comitato.

Rita Vecchio