Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 120 del 02/07/2009

IL PRODOTTO Per il pistacchio di Bronte arriva la Dop

02 Luglio 2009
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IL PRODOTTO

Dopo un lungo iter arriva la denominazione. “Così ci difenderemo dalla concorrenza dei coltivazioni mediorientali e dalle frodi”

Per il pistacchio
di Bronte
arriva la Dop

Il 9 giugno 2009 è già diventata una data da ricordare nella storia dell’economia agricola di Bronte, nel Catanese. La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea ha infatti pubblicato il disciplinare che conferisce al “Pistacchio verde di Bronte” la Dop, la Denominazione di origine protetta.

Un obiettivo che i produttori brontesi inseguono dal 2002, sin da  quando cioè l’associazione Le Sciare aveva presentato l’istanza al ministero per le Politiche Agricole per l’ottenimento del riconoscimento per un prodotto agricolo ritenuto fra i più buoni al mondo, che dà lustro al paniere dei prodotti tipici dell’Etna, e per tale motivo necessario di un marchio che ne garantisse l’autenticità difendendolo da quelli che vengono dal Medio Oriente, soprattutto dall’Iran e dalla Turchia  di qualità certamente inferiori.
Oltre all’intera economia che ruota attorno al “diamante verde”, a trarne certamente beneficio saranno innanzitutto i 5000 produttori impegnati nella sua coltivazione, che avviene su terreni lavici e accidentati a circa 300-900 metri. Ma è solo qui che si può ottenere un pistacchio che, raccolto a mano tra la fine di agosto e l’inizio di settembre, presenta un colore verde smeraldo brillante ed un profumo intenso, resinoso, grasso.
Un prodotto dalle peculiari caratteristiche gustative che deve tutto alle particolari condizioni pedoclimatiche che rendono difficile la competizione con gli altri paesi produttori e che ora troverà sempre più spazio non solo sulle tavole degli italiani ma anche nel consumo mondiale, date le sue proprietà salutistiche, ricco di vitamina A, ferro, fosforo e di altre particolari sostanze in grado di abbassare il colesterolo, riducendo il rischio di aterosclerosi e cardiopatie, con in più un marchio che sarà garanzia della sua qualità.
Entusiasta del prestigioso riconoscimento è il presidente del Consorzio di tutela del Pistacchio verde di Bronte, Biagio Schilirò, che per tempo è stato presidente dell’associazione Le Sciare: “Adesso – dice -  abbiamo le armi per difendere il nostro pistacchio dalle frodi, con il produttore che torna ad essere essenziale per la certificazione del prodotto. Chi si fregia del marchio Dop dovrà assoggettarsi ad un piano di controllo, approvato dal ministero, che garantisce la qualità e l’originalità”.

Gianna Bozzali