Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 121 del 09/07/2009

IL PERSONAGGIO Natoli: “Io e il Chairman”

09 Luglio 2009
alt alt

>

IL PERSONAGGIO

altIl giovane chef di Patti, responsabile dei ristoranti di Harrods, a Londra, adesso è il cuoco personale di Mohamed Al-Fayed. Ecco la sua esperienza

Natoli:
“Io e il Chairman”

Lo avevamo lasciato due anni fa capo chef del Georgian Restaurant all’interno dei magazzini Harrods di Londra. Oggi Santo Natoli (nella foto), 28 anni di Patti è diventato chef personale di Mohamed Al-Fayed, imprenditore egiziano e proprietario di Harrods, dell’hotel Ritz di Parigi, del Fulham F.C., una squadra di calcio londinese, nonché uno degli uomini più ricchi del mondo.


“E’ stato lui a cercarmi per chiedermi se avessi voluto accettare la sua offerta, per me è stato un onore”, così racconta Santo Natoli, che ha cominciato a seguire Al-Fayed in giro per il mondo in tutte le sue trasferte da circa due mesi. Parigi, Edimburgo, Montecarlo sono solo alcune delle residenze del magnate, dove regolarmente si sposta per curare i propri interessi.  Poi ovviamente Londra, dove abbiamo incontrato lo chef per un’intervista esclusiva.

Cosa mangia uno sceicco?
“Diversamente da come si possa pensare, il Chairman predilige una cucina semplice e gustosa, per questo la maggior parte dei piatti che preparo appartengono alla tradizione gastronomica mediterranea e quella medio orientale”.

Quali sono i piatti che preferisce?
“Ama molto la cucina italiana ed i suoi ingredienti. Gli preparo spesso pesce del Mediterraneo, triglie, sardine e tonno fresco  leggermente marinato con delle spezie ed olio italiano di origine abruzzese.  Consuma anche pizza e pasta ed adora le verdure grigliate ed i minestroni”.

Come è presente il Medio oriente nei tuoi piatti?
“Gli servo spesso cous cous e taboulè, i piatti delle sue origini, ricchi di spezie tra cui non deve mancare il cardamomo”.

E la cucina inglese?
“Ama i barbecue, che qui a Londra sono molto popolari. Non apprezza molto le preparazioni complesse, ma in compenso la sua colazione giornaliera è il tipico breakfast con uova e pancetta”.

Cosa consuma di tipicamente siciliano?
“Va pazzo per il pistacchio di Bronte, inoltre qualche giorno fa gli ho servito le arancine che ha apprezzato moltissimo”.

altConsuma del vino?
“Sì, in maniera non eccessiva. Beve qualche bicchiere al giorno e predilige il vino bianco francese, specialmente il Sancerre”.

Come pianifichi ogni giorno il tuo lavoro?
“Il mio ruolo è quello di coordinatore di una brigata di 5 chef provenienti da tutto il mondo. Ogni giorno stilo un menù tenendo conto delle esigenze di tutti i membri della famiglia, il Chairman, la moglie ed i loro quattro figli”.

Come è composto il menù?
“È suddiviso alla maniera inglese. Generalmente propongo 5 starter (antipasti), 5 main (primi e secondi) seconda delle materie prime di cui dispongo”.

Chi si occupa di fare la spesa?
“Siamo noi ad ordinarla anche se molto spesso è direttamente Al-Fayed a scegliere quel che vuole mangiare e ad occuparsi direttamente di procurarsi le materie prime”.

In che modo?
“Gira spesso per negozi grandi e piccoli in giro per il mondo. È molto curioso di trovare ingredienti di suo gradimento. Quando siamo a Londra passeggia da solo all’interno della Food Hall di Harrods e ordina grandi pesci o tagli di carne per farseli mandare direttamente a casa o all’interno dei ristoranti dove vengono preparati”.

Possiamo dire che è un gourmet?
“Certo. È assolutamente un gourmet, adora mangiar bene e di gusto, ma non in modo eccessivo, ama le cose semplici e genuine ma che siano ricche di gusto. Inoltre in ogni sua residenza le cucine sono multiaccessoriate come quelle dei grandi ristoranti”.

Raccontaci come sei stato scelto.
“Lavoravo da Harrods da circa 5 anni. Il Chairman viene spesso a mangiare nei suoi ristoranti per assaggiare le novità che proponiamo. Non avevo mai avuto un contato diretto con lui, ma sempre attraverso i suoi portavoce. Invece circa due mesi fa mi ha fatto chiamare e mi ha detto senza mezze misure che apprezzava molto la mia cucina semplice. Così mi ha fatto la proposta di seguirlo in giro per il mondo durante i suoi viaggi, occupandomi di coordinare gli altri chef. Ci ho pensato qualche giorno ed in poco tempo mi sono trovato sul suo jet privato diretto a Parigi insieme al suo seguito”.

Da quante persone è composto il seguito?
“C’è un maggiordomo, una governante, 6 chef, un paio di responsabili dell’ufficio stampa ed i suoi familiari. È chiaro che però in ogni sua residenza ha una serie di persone che curano le sue preziose dimore”.

Come è cambiato il tuo rapporto con lui?
“Mohamed Al-Fayed è una persona molto cordiale ed amichevole. Nutre un grande rispetto per i suoi collaboratori e non è una persona capricciosa come spesso sono le persone molto ricche. Direi che comprende le esigenze di tutti. Parla direttamente con me per dirmi quel che desidera mangiare, ed a volte scherza con lo staff. Se non gradisce qualcosa non lo fa pesare particolarmente, ma in maniera molto gentile ed educata”.

Com’è l’ambiente di lavoro?
“Il clima del lavoro è rilassante, anche se è chiaro che ci sono dei momenti più stressanti in cui i ritmi di lavoro sono frenetici”.

Perché ha scelto te?
“Credo che abbia creduto nelle mie capacità prima di tutto. Il mio modo di essere è arrivato a lui attraverso i miei piatti. Adoro aggiungere un tocco di finezza alle mie preparazioni . La mia interpretazione personale è il frutto della mia esperienza maturata in Italia ed all’estero. La tradizione mediterranea è però alla base dei miei menù ed è questa la carta vincente della mia cucina che ha saputo stregare il sultano”.

 

Laura Di Trapani