Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 122 del 16/07/2009

LA CURIOSITA’ Monreale riscopre le sue susine

16 Luglio 2009

LA CURIOSITA’

Presidio Slow food dal 2006, eccole glassate, sciroppate e conservate sotto vetro come una volta. E domenica 19 luglio una manifestazione dedicata a questi prodotti tipici

Monreale riscopre
le sue susine

Tanto prelibate quanto poco conosciute. Infatti le susine bianche di Monreale “incilippate” fanno parte di un´antica tradizione oggi praticamente dimenticata. Le piccole susine a buccia giallo chiara e dolcissime della varietà ariddu di core (ovvero seme a cuore che richiama la caratteristica forma del seme) venivano glassate, sciroppate e conservate sotto vetro.

“Oggi abbiamo voluto ridare vita a questa antica tradizione – ha dichiarato Marilù Monte, responsabile del presidio Slow food assegnato alle susine monrealesi nel 2006 – per dare la possibilità di riscoprire sapori e odori di una volta strettamente connessi al nostro territorio”.
E proprio seguendo questo fil rouge le quattro aziende del comune in provincia di Palermo hanno organizzato la prima edizione di “Monreale, le susine bianche in cesta” che si terrà domenica 19 luglio alle 18:30 presso i locali dell’ex hotel Savoia di Monreale.
Un modo per avvicinare tutti e di più al mondo dell´agricoltura fatta con i metodi tradizionali come la coltivazione delle susine impone. Le due varietà
esistenti (oltre alle ariddu di core che si presta a vari tipi di conservazione esistono anche le sanacore indicate per la consumazione come frutta fresca),
devono essere necessariamente colte a mano e messe in appositi cesti di vimini per evitare di comprometterne le proprietà organolettiche. Le susine giungono a maturazione in estate proprio fra i mesi di luglio e agosto: la sanacore si raccoglie a partire dalla prima decade di luglio fino alla metà di agosto, mentre la ariddu di core è tardiva e particolarmente zuccherina. Anticamente, inoltre, i frutti migliori della seconda varietà venivano messi da parte con il peduncolo per evitare anche la più piccola spaccatura della patina esterna e messi ad essiccare dopo essere stati avvolti in carta velina e chiusi uno ad uno con dello spago a formare dei salami da circa dieci unità. Le susine “incartate” si consumavano insieme alla frutta secca a Natale.
“Ciò che pensiamo sia grave – racconta Marilù Monte – è che al turista che viene a visitare Monreale i ristoranti offrono come frutta l´ananas piuttosto che la susina tipica del nostro territorio. E´ necessario abbattere questo muro all´interno del mondo della ristorazione. Ecco perché il primo obiettivo da
raggiungere è quello di far conoscere e abituare gli stessi palati siciliani ai sapori dimenticati della loro terra”.

Piera Zagone