Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 173 del 08/07/2010

L’AZIENDA/2 In bollicine Statti virtus

08 Luglio 2010
antonio_statti antonio_statti

L’AZIENDA/2

Anche la cantina calabrese tenta la strada degli spumanti. Il primo frizzante è il Metodo Classico 100% autoctono, firmato dagli enologi Bambina e Centonze

In bollicine
Statti virtus

La Calabria scommette sulle bollicine. Lo ha fatto Antonio Statti, produttore di Lamezia Terme con lo Spumante Metodo Classico 100% autoctono. Il primo frizzante della cantina. Vino che segna una nuova espressione del territorio e lo rispecchia in tutto, grazie anche alla consulenza degli enologi Vincenzo Bambina e Nicola Centonze che hanno saputo interpretarne le caratteristiche.

Ottenuto da uve Mantonico e Greco, debutta con annata 2007. In tutto sono 3.000 le bottiglie in commercio. “Abbiamo ottenuto un buon compromesso tra le due varietà – spiega Centonze -. Ci sono le condizioni pedoclimatiche adatte per fare un grande spumante. Si tratta di un microclima fresco ideale per i bianchi. Le vigne si trovano in una fascia compresa tra i due mari che lambiscono la Calabria. In linea d’aria da costa a costa vi sono meno di 100 kilometri”. E l’unicità del terroir che lo rende un’etichetta, sebbene sperimentale, estremamente piacevole, così come lo descrive l’enologo. “Splendido come spumante, perché aromatico. E’ un vino serio, austero. E poi è equilibrato ed elegante. Siamo contenti del risultato”. Se al bicchiere risulta una sorpresa per il palato la prova più difficile per lo spumante di casa Statti saranno i preconcetti del mercato. “Questo vino è una risposta. E ne darà tante a chi crede che al sud non si possano fare gli spumanti – sostiene il direttore commerciale Marco Laghi – Certo non parliamo di Franciacorta ma bisogna ugualmente sorseggiarlo per capire le potenzialità che abbiamo”. La scelta utilizzare il metodo classico è poi la conferma che la Calabria del vino vuole fare sul serio senza temere la competizione. Una volontà coraggiosa che la cantina affronta giocando l’unicità del suo territorio, antico e vocato che non ha nulla da invidiare alle realtà blasonate del comparto nazionale.

Manuela Laiacona