Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 140 del 19/11/2009

IL PRODOTTO Vastedda, vita dura

19 Novembre 2009
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IL PRODOTTO

La crisi colpisce anche il formaggio tipico del Belice. Il presidente del Consorzio Todaro: “Il prezzo basso del latte penalizza i produttori”

Vastedda,
vita dura

La crisi dell’agricoltura, che sta mettendo in ginocchio la maggior parte delle imprese agricole siciliane, colpisce anche i produttori della Vastedda della valle del Belìce DOP. “La forte riduzione dei prezzi dei prodotti agricoli, latte e formaggi compresi, – spiega Massimo Todaro, presidente del Consorzio per la tutela del formaggio Vastedda della valle del Belice – penalizza anche i produttori di questo formaggio”.


Infatti, benché il prezzo della Vastedda continua a tenere, quelli degli altri formaggi (Tuma, Pecorino fresco, ricotta, etc.) scendono drasticamente. Se le cose vanno male per i produttori di formaggio, vanno decisamente peggio per tutti quegli allevatori che producono solo latte che conferiscono ai caseifici, con prezzi di vendita inferiori a 0,70 €/kg, che non riescono a coprire le quotidiane spese di gestione dell’allevamento. Purtroppo i produttori di latte, all’interno del Consorzio di Tutela sono ancora troppi rispetto a quanti trasformano il latte in formaggio. Su un totale di cinquanta soci – spiega Todaro – a dar vita a questo prodotto Dop sono infatti solo sette aziende casearie, equamente ripartite nelle tre province della Valle del Belìce. Produrre questo formaggio, ottenuto dal latte ovino intero, oggi, è quanto mai una grande opportunità, che consente ai produttori di continuare a sopravvivere. Ma a rendere più difficile la vita della Vastedda sono gli ostacoli posti dai servizi veterinari per l’autorizzazione in deroga degli attrezzi tradizionali che si utilizzano per produrre questo formaggio tipico della valle del Belice. Si parla di attrezzature in legno, ovvero il piddiaturi, la tina, il tavoliere, la rotula ed il bastone per la filatura e le fiscelle di giunco. Tutti attrezzi che “arricchiscono il latte – spiega Todaro – di una flora microbica pro-casearia conferendo alla Vastedda del Belice, in modo naturale, particolarità e specificità”.

L’obiettivo è intanto quello di “uscire dai mercati nazionali – afferma il presidente del Consorzio -. Stiamo lavorando infatti perché la Vastedda ottenga la Dop anche a livello europeo”. Un passaggio importante, “darebbe una svolta dal punto di vista economico”, commenta Todaro, nonché la possibilità di accedere alle Misure 132 e 133 del PSR Sicilia per incrementare le attività di promozione. Intanto il Consorzio per la tutela della Vastedda della valle del Belice non si scoraggia. “Il 5 e 6 Dicembre si terrà a Palermo un incontro con gli albergatori siciliani, al fine di portare sulle tavole dei ristoranti di noti alberghi la Vastedda ed altre produzioni di eccellenza, simboli della tradizione della nostra Sicilia”. Consumare i nostri prodotti, in questo caso il formaggio, e farli gustare ai turisti dovrebbe infatti costituire la chiave del successo.

Sandra Pizzurro