Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 29 del 04/10/2007

>> Porcini anche in città. Ecco dove

01 Ottobre 2007


Porcini anche in città. Ecco dove

È difficile sfatare il luogo comune che i cercatori di funghi non svelino i propri posti “segreti”. Di quelli che qualcuno ha rivelato, alcuni sono molto rinomati tra i funaioli palermitani. Alla Ficuzza è consigliato entrare nel bosco dopo aver superato Marineo percorrendo la statale fino al viadotto Cervone e poi imboccando una stradella sulla sinistra prima del cavalcavia; a Castelbuono sulla strada che porta all’albergo Milocca partendo dal sentiero che parte dietro il Rifugio Crispi e porta in cima alla montagna e a cozzo Luminario. Si può andare a funghi anche dentro Palermo a Monte Petroso, una piccola altura sotto Monreale che si raggiunge da via Pitrè e continuando verso Baida o dalla cosiddetta Conigliera in fondo a via Leonardo da Vinci.
Cosa ci vuole per andare a funghi? Un cesto, un bastone per inerpicarsi in posti poco battuti e un coltellino adatto (con uno spazzolino ad un’estremità per spolverare i funghi dai residui di terra). Mai andare a funghi con sacchetti di plastica o contenitori ermetici che non consentirebbero alle spore di ricadere sul terreno consentendo la ricrescita dei funghi.
Partendo dal presupposto che non bisogna mangiarne tanti, anche perché tutti – anche i migliori commestibili – contengono tossine che risultano difficilmente digeribili e che in linea di principio sarebbe meglio consumarli appena raccolti, molti si possono conservare sott’olio e altri possono essere surgelati: i porcini o i Pleurotus per esempio, considerata la loro robusta consistenza, ma non lo stesso per le fragili “mazze di tamburo”, che si sfalderebbero appena scongelate.


J.T.