Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 133 del 01/10/2009

L’INTERVISTA “Vi svelo il segreto di Palari”

01 Ottobre 2009
geraci geraci

L’INTERVISTA

Salvatore Geraci commenta il doppio Tre bicchieri conquistato con la guida del Gambero Rosso. Per scoprire che…

“Vi svelo il segreto
di Palari”

Per una cantina che produce 30 mila bottiglie e due etichette (la terza, il Santané è una chicca per pochissimi) è un colpaccio. Doppio «tre bicchieri» per Salvatore Geraci e i suoi Faro Palari e Rosso del Soprano, entrambi rossi, annata ’07, che nascono nelle alte colline (sette ettari in tutto) che guardano lo Stretto di Messina. Geraci, architetto e gourmet, personaggio gaudente e di spiccata autoironia, si gode il riconoscimento.

Geraci, qual è il segreto?
«Il segreto è che non c’è un segreto. Semmai ritengo che il merito sia di avere un piccolo patrimonio e di saperlo interpretare in maniera moderna. Insomma, non c’è nessuna strategia».

Che vuol dire interpretare in modo moderno?
«Superare i pregiudizi e la convinzione che il vino sia solo un fatto naturale. Naturale è il terroir, naturale è l’uva. Ma poi c’è un momento scientifico dove l’apporto dell’uomo è fondamentale. Nel mio caso l’apporto dell’uomo è soprattutto il dialogo tra me e il wine maker».

Chi è il wine maker?
«Donato Lanati».

Cosa vi dite?
«Lui ormai conosce bene Palari, le sue potenzialità, i suoi limiti. Conosce il territorio e le sue caratteristiche. Il dialogo tra noi è quindi silente e si adatta all’annata».

Come è stata l’annata 2007?
«Un’annata equilibrata. Primavera piovosa, estate moderatamente calda. Non è il 2003, che fu di fuoco».

Stai vendemmiando?
«Partiamo tra qualche giorno».

Il Faro Palari non è nuovo ai Tre bicchieri. Con l’annata 2005 hai vinto il premio come miglior rosso d’Italia. Ma col Rosso del Soprano te l’aspettavi?
«Non ho mai sottovalutato il Rosso del Soprano».

Non lo chiameranno più second vin?
«Non l’ho mai considerato un “secondo vino”».

Ammetterai che i tuoi sono vini complessi, non facili…
«Il mio vino non è marmellata, non ha sentori facili, si caratterizza per profumi di non immediata riconoscibilità. Al naso e poi al palato si sentono terra bagnata, cuoio, spezie, non è un vino ruffiano».

Sarà piaciuto tutto questo?
«Forse, non lo so».

Progetti per il futuro?
«Continuare per questa strada. Mi sento soddisfatto».

Ti accontenti?
«Semmai non voglio prendermi sul serio. Il fratello di mio nonno un po’ di anni fa quando ottenni un primo riconoscimento col Faro Palari mi disse in dialetto messinese. “Bravo, ma ricordati che vino fai, mica penicillina…”».

Fabrizio Carrera