Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 134 del 08/10/2009

L’INTERVENTO Vino? Una passeggiata in Sicilia

09 Ottobre 2009
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L’INTERVENTO

Il Consiglio d’Europa ha approvato l´itinerario “Iter Vitis”. Sarà un invito a visitare i vigneti ed il territorio delle Terre Sicane

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Una passeggiata
in Sicilia

Il Consiglio d´Europa ha approvato l´Itinerario Culturale Europeo “Iter Vitis – Le Chemins de la Vigne”. L´idea nata da una felice intuizione di Gori Sparacino e tradotta in progetto dall´Associazione internazionale Iter Vitis, costituita nell´aprile del 2007 e con sede a Sambuca di Sicilia, in Palazzo Panitteri, è stata sostenuta da quattro Gal, due italiani (Terre del Gattopardo in Sicilia e Kroton in Calabria) e due francesi (Midi Pyrènnèes Mediterranée e Pays Vignoble Gaillacois et Val Dadou) e dall´Associazione nazionale Città del Vino, sulla base di finanziamenti previsti nelle misure del Programma Europeo Leader Plus.

Cronologicamente è il 25° Itinerario Culturale riconosciuto dal Consiglio d´Europa, dopo, per citarne alcuni famosi, la Via Francigena, il Cammino di Santiago di Compostela, la Rotta dei Fenici, ma è del tutto verosimile che nel giro di qualche anno possa diventare il fil rouge più importante ed apprezzato d´Europa che lega la produzione vitivinicola ai segni, materiali e immateriali, ai paesaggi che la natura e l´uomo, la sua cultura della vite e del vino, hanno lasciato ovunque.
Mario Soldati in “Vino al Vino” già quarant´anni fa esprimeva bene uno dei concetti che sta alla base del nostro itinerario “Perché fare sul serio la conoscenza di un vino non significa affatto, come forse si crede, assaggiarne due o tre sorsi, o anche un bicchierotto. Significa andare sul posto, e riuscire a farsi condurre in mezzo a quei vigneti da cui si ricava quel vino. Passeggiarvi, allora, in lungo e in largo. E studiare, intanto, la fisionomia del paesaggio intorno, e la direzione del vento: spiare sulla collina l´ora e il progredire dell´ombra; capire la forma delle nuvole e l´architettura delle case coloniche”. Iter Vitis non vuole essere però un invito a viaggiare, conoscere e gustare per i soli appassionati del vino, per la sua specificità è un invito rivolto a tutti.
Infatti le comunità viticole in Europa formano una cultura originale con segni particolari – vitigni, forme di allevamento, tecniche e strumenti colturali, architetture, linguaggi, ambienti e paesaggi – che le rendono inconfondibili e che le distinguono dal restante mondo agricolo e per questo sono degne di meta perché ci aiutano a capire meglio la storia dell´uomo, il senso della sua presenza ed il suo futuro. La vite nell´iconografia laica è abbinata metaforicamente all´amicizia: non è casuale che nella Giornata Europea della Memoria di quest´anno, il Comune di Roma con l´Istituto tecnico Agrario Emilio Sereni, nella visita alle Foibe dell´Istria, in una cerimonia, abbia donato alla Comunità Istriana cento barbatelle di Malvasia Puntinata, vitigno storico del Lazio, ricevendo in dono altrettante barbatelle di Malvasia Istriana che saranno piantate e coltivate nei campi sperimentali della scuola.
Oggi nella Lista del patrimonio mondiale dell´Unesco figurano i paesaggi culturali vitati di St. Emilion (Francia, 1999), della regione della Wachau (Austria, 2000), dell´Alto Douro (Portogallo, 2001), del Tokaj (Ungheria, 2002), dell´Isola di Pico (Azzorre, Portogallo, 2004) e di Lavaux (Cantone di Vaud, Svizzera, 2008). A questi siti, ne possiamo aggiungere altri, pur essendo nella lista per altre motivazioni, che hanno comunque come espressione i paesaggi della vite come Val de Loire in Francia, le Cinque Terre, la Costiera Amalfitana o la Val d´Orcia in Italia, La Valle del Reno in Germania, tuttavia essi nel loro insieme rappresentano una piccola minoranza rispetto alla quantità di paesaggi vitati oggi esistenti e censibili, degni di nota. Sarà questa una direttrice di lavoro.
Se il vigneto è l´effetto, la vite è la causa: da qui la volontà dell´Associazione di difendere la biodiversità viticola, i vitigni autoctoni e antichi; le buone pratiche per rendere sempre più sostenibile la coltura della vite; di implementare la ricerca interdisciplinare su questo patrimonio per favorire l´acquisizione di nuove conoscenze, di divulgarle; di favorire un turismo consapevole e sostenibile; di mettere a confronto le esperienze. Di rischi ce ne sono: l´incuria, la scomparsa di vitigni, la banalizzazione dei comportamenti e dei consumi, ma anche le norme sono pericolose come l´ultima OCM vino approvata dalla Commissione Europea. Per questo è importante Iter Vitis. Ci siamo riproposti entro il 21 marzo del 2010 di selezionare e promuovere i primi 100 luoghi “Iter Vitis”, i vigneti ed il territorio delle Terre Sicane saranno uno di questi.

Paolo Benvenuti
Presidente Iter Vitis