Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 181 del 02/09/2010

IL PRODOTTO/2 Una patata… all’altezza

02 Settembre 2010
patata patata

IL PRODOTTO/2

Quella silana prodotta a 1.600 metri sul livello del mare, nel pieno del parco nazionale. Da un mese ha ottenuto il marchio Igp. Il presidente del consorzio: “Solo un punto di partenza”

Una patata…
all’altezza

Cinquantamila tonnellate all’anno ed un fatturato che oscilla tra gli otto e i dieci milioni di euro. Questi i numeri che si riferiscono alla produzione della patata silana che ha ottenuto, da appena un mese, il riconoscimento dell’Indicazione geografica protetta (il marchio Igp).

Un percorso avviato nel 2004:  “Siamo soddisfatti – commenta il direttore del Consorzio  Produttori Patate Altopiano Silano, Albino Carli – di aver raggiunto il nostro obiettivo. Consideriamo l’Igp non come un punto di arrivo, ma piuttosto come uno di partenza”.
I mercati di sbocco della patata dell’Altopiano della Sila sono gli ortomercati e la grande distribuzione organizzata, ovvero le Gdo. Si tratta di mercato a livello nazionale: “Puntare all’estero non è per adesso una meta che ci prefiggiamo, – spiega Carli – puntiamo invece a rafforzare i contatti nazionali e soprattutto, potendo usufruire adesso anche del marchio Igp, puntiamo a migliorare la qualità della nostra patata”.
Mille e seicento metri circa di altezza sul livello del mare, in un ambiente incontaminato, cioè nel Parco Nazionale della Sila, è qui che viene prodotta la patata silana. “E sono queste le condizioni climatiche e geologiche che rendono la nostra patata la migliore”, prosegue Carli che dalla conquista del riconoscimento Igp si augura: “Chi è fuori dalla nostra associazione di produttori aderisca in modo da offrire un’offerta più concentrata e valorizzata al meglio. Sono infatti gli imprenditori che per primi devono crederci”. Novanta i soci del Consorzio sino ad oggi, con settecento ettari coltivati. Intanto la raccolta è già iniziata (il 20 agosto) e si protrarrà sino a fine novembre.

Sandra Pizzurro