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Scenari

Agroalimentare Usa, export verso la Cina sempre più difficile

28 Febbraio 2014
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Cina meta commerciale sempre difficile per il comparto agricolo statuniense.

L'export accusa un brutto colpo, fare affari nella nuova eldorado, secondo quanto riportano con non poca preoccupazione i funzionari della sede cinese della Camera di commercio americana, diventa sempre più complicato. Decisioni lente, paletti troppo onerosi, tariffe e barriere altissime, starebbero compromettendo un solido rapporto commerciale che negli ultimi anni gli Usa hanno costruito con la Cina, dal 2003 il fatturato dell'export è salito da 5 milioni di dollari a 26 milioni nel 2012, come stimato dal Dipartimento dell'Agricoltura statunitense.

Adesso un po' tutto l'agroalimentare Made in Usa starebbe vivendo il contraccolpo di un freno, per molte aziende, anzi, l'export non riuscirebbe nemmeno a decollare. Uno sbocco proibito poi per le aziende che esportano carne, a causa delle barriere messe dal Governo cinese dopo il caso mucca pazza. Anche il settore che impiega la scienza e la tecnologia in agricoltura vede la piazza cinese non facile da conquistare. Le industrie agricole in Cina rimangono di basso profilo teconologico, ad alto sfruttamento del lavoro e di piccole dimensioni. Se paragonate a quelle americane, il rapporto è di un ettaro e mezzo a circa 260. A inficiare la relazione commerciale tra le due potenze è poi la questione degli Ogm su cui il Ministero dell'Agricoltura cinese ha stabilito restrizioni più aspre. Nel recente passato però la Cina è stato il maggiore importatore di semi di soia e di mais ogm dagli Usa. 

Alessandro Chiarelli