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Scenari

Al Wineparis 2026 record di cantine italiane partecipanti, e il vino senza alcol avrà un grande spazio

06 Novembre 2025
Nicolas Cuissard, direttore di Wine Paris Nicolas Cuissard, direttore di Wine Paris

Il panorama internazionale delle bevande vive una stagione di cambiamenti profondi, tra nuove abitudini di consumo e una crescente attenzione alla sostenibilità. In questo contesto, Wine Paris 2026 si prepara a diventare il punto d’incontro globale per chi immagina il futuro del vino, dei distillati e delle alternative analcoliche.

Organizzato da Vinexposium, il grande appuntamento parigino si presenta con un format ampliato e una visione più inclusiva. Tre universi complementari – Wine Paris, Be Spirits e il nuovo Be No – troveranno spazio sotto lo stesso tetto, dando vita a un ecosistema dove produttori, buyer e professionisti potranno confrontarsi, scambiare idee e costruire insieme nuove opportunità.

«In un contesto economico complesso – osserva Rodolphe Lameyse, direttore generale di Vinexposium – il nostro compito è creare coerenza e visione, aiutando la filiera a crescere con strumenti concreti e prospettive condivise».

Wine Paris resta il cuore pulsante della manifestazione, con oltre 6.000 espositori da 60 Paesi e 60.000 visitatori attesi da 155 nazioni. Un crocevia di esperienze e culture del vino, dove la Francia incontra il resto del mondo. Dalla Croazia alla Turchia, dalla Nuova Zelanda alla Romania, fino a Cipro e Germania, l’edizione 2026 porterà in scena nuove partecipazioni collettive nazionali e regionali.

Protagonista assoluta sarà l’Italia, che rafforza il proprio ruolo di primo Paese espositore dopo la Francia. La sua superficie espositiva è cresciuta del 25% rispetto al 2025, quadruplicando quella del 2019. Con 30 partecipazioni collettive e 25 regioni rappresentate, il nostro Paese mostrerà a Parigi un panorama completo: dai grandi nomi come Masi, Gaja, Tua Rita, Tenuta San Guido, Allegrini e Piccini, fino a realtà emergenti come Ethica Wines, Saccheto, Fratelli Martini Secondo Luigi e l’Istituto Grandi Marchi.
«La presenza italiana – commenta Nicolas Cuissard, direttore di Wine Paris – conferma la sua centralità nel mercato mondiale e il peso delle grandi regioni europee nel sostenere l’export e la competitività del settore».

Accanto al vino, cresce l’universo dei distillati. Nato nel 2020 come sezione dedicata, Be Spirits è oggi un evento autonomo, una vera e propria vetrina internazionale per la mixology e i craft spirits. Dopo i 300 espositori provenienti da 34 Paesi nel 2025, l’edizione 2026 vedrà la partecipazione di Scozia, Messico, Giappone, Stati Uniti, Irlanda e Australia, insieme a nuovi protagonisti come Filippine, Madagascar, Bulgaria e Ucraina.
L’Italia sarà rappresentata da ICE e IDM Südtirol, con nomi di prestigio – Bottega, Nonino Distillatori, Mazzetti d’Altavilla, Antica Distilleria Quaglia – e realtà più giovani come Holywatergin, J.Rose e Visionair Gin. La collettiva Alto Adige Spirits porterà a Parigi la precisione e la personalità dei distillati di montagna.

Tra gli spazi più attesi tornano l’Infinite Bar, simbolo della convivialità contemporanea, e il Be Spirits Stage, palcoscenico di confronto per bartender, produttori e designer del gusto. L’offerta si estende a birre, sidri, sake e RTD (Ready to Drink), a testimonianza di un mercato in costante evoluzione.

La novità assoluta del 2026 sarà però Be No, la sezione dedicata alle bevande analcoliche, nate per rispondere a un pubblico sempre più attento e curioso. «Be No riunisce vini, liquori, birre e RTD analcolici, insieme a bevande fermentate e botaniche ispirate ai codici alcolici», spiega Audrey Marqueyssat, direttrice di Be Spirits e Be No. Dodici Paesi, dall’Europa all’Australia, presenteranno prodotti che reinterpretano il piacere del bere con uno sguardo etico e contemporaneo.

L’Italia parteciperà con quattro marchi rappresentativi: Bella Drinks, pioniera dello spumante analcolico da mosto Glera; Franc Lizêr di LEA Winery, azienda friulana biologica con un approccio libero al vino senza alcol; Marcati, storica distilleria veronese che amplia la propria produzione; e Feral, giovane realtà di ricerca e sperimentazione.

A completare il programma, i Be No Talks, incontri di 45 minuti che offriranno momenti di confronto e approfondimento sui nuovi scenari del mercato.

«L’esperienza di Parigi – conclude Lameyse – sarà il punto di partenza per un percorso globale. Dal 2026, Vinexpo Americas, Asia e India integreranno la stessa visione, accompagnando la filiera nel suo sviluppo internazionale con chiarezza e condivisione».

Wine Paris 2026 racconterà un mondo del beverage in piena trasformazione, dove il vino, i distillati e le alternative analcoliche trovano un linguaggio comune: quello dell’incontro, della qualità e della consapevolezza.