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Scenari

Assoenologi: la vendemmia 2012 sarà la più scarsa degli ultimi sessant’anni

27 Agosto 2012
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Sarà la vendemmia più scarsa degli ultimi sessant’anni.

Le stime finali dell’Assoenologi parlano di una produzione che si attesterà intorno ai 41,2 milioni di ettolitri di vino frutto di un raccolto totale rientrante in una forchetta tra  56 e i 59 milioni di quintali di uva se si applica il  coefficiente medio di trasformazione del 73%. Un quantitativo inferiore del 3,5% rispetto a quello dello scorso anno che fece registrare, secondo i dati Istat, una produzione di 42,7 milioni di ettolitri. Per leggere più congruamente questi dati, va ricordato – come sottolinea Martelli, che nel periodo 1950/80 la superficie vitata italiana era decisamente più elevata, quasi il doppio per darne un’idea. E’ una valutazione media che emerge da una quadro disomogeneo: si parla di un’Italia letteralmente divisa in due, quella Centro Settentrionale, Lazio compreso – riferisce l’Assoenologi – fa registrare dei livelli produttivi inferiori, rispetto al 2011, oscillanti tra  il 5% a 15%, mentre l'Italia Centro Meridionale si attesta tra lo  0 e il +10%. La Puglia rimane stabile, ma  la Sicilia registra un aumento di 10 punti, ma non è un boom, unicamente l’effetto dalla rimessa in produzione dei vigneti “bloccati” dalla  “vendemmia verde”.

Le analisi di questi risultati sono da attribuire ad un ciclo vegetativo da definire alquanto singolare. L’andamento climatico che ha caratterizzato la stagione e la conseguente fase vegetale della vite ha registrato continui capovolgimenti – spiega Martelli – Ad un periodo invernale è stato piuttosto mite – dai 15/16° C, ha fatto seguito un repentino abbassamento delle temperature, con picchi  in gennaio sino a meno 20°, vedi Piemonte, e una piovosità, nella fascia Adriatica, e in particolare Marche e l'Abruzzo, superiori alle medie. Con forti grandinate primaverili  che hanno coinvolto vaste zone dalla Lombardia al Veneto, dal Piemonte al Trentino non hanno certo favorito la regolare  fioritura della vite; ciò ha determinato minore fertilità e un numero inferiore di acini per grappolo. Il periodo siccitoso dell'estate ha fatto cambiare poi le valutazioni sulle quantità della produzione visto che in diverse zone, anche se si è intervenuti con adeguate irrigazioni di soccorso, l'ingrossamento degli acini è stato penalizzato.

Se nel mese di settembre il caldo non darà tregua – ipotizza Assoenologi – e non avverranno le tanto auspicate piogge, si potrà verificare un ulteriore abbattimento dei valori quantitativi che potrebbero abbassare a meno di 40 milioni di ettolitri la produzione 2012. Viceversa se le condizioni climatiche e meteoriche saranno propizie potremmo ritornare ai valori del 2011. Questa situazione  interessante ma eterogenea ha ricondotto comunque al vantaggio di non favorire l'insorgere delle tradizionali ampelopatie della vite. E quel che più conta pare che le prime valutazioni sulla qualità delle uve, nonostante la fioritura sia stata contrastata dalle avversità meteorologiche  e i grappoli si presentano spargoli e non uniformi e che ancora  il buono si scontra con l'ottimo ed il mediocre con l'eccellente lo stato qualitativo per i vini bianchi si prevede di buon livello, con una discreta freschezza ed una certa potenzialità olfattiva, ma senza particolari picchi se non per quei prodotti da uve da vigneti che sono stati soccorsi con adeguate irrigazioni nei periodi di crisi o ubicati in particolari contesti geografici come la Valtellina e l'Alto Adige.

Molto ottimismo rimane per i vini che saranno ottenuti da uve a bacca rossa per i quali sono possibili livelli di tutto rispetto. Il vino italiano comunque continuerà a piacere e manterrà i primati di successo conquistati sino ad oggi. Mentre i consumi interni, purtroppo, continueranno  a calare almeno di tre punti per attestarsi ai 40 litri pro-capite alla fine del 2012. Un cruccio compensato da una rasserenante consolazione: le nostre vendite all'estero, nonostante tutto, continueranno a crescere.

Stefano Gurrera