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Scenari

C’è un mini trattore tra gli alberelli dell’Etna. I Vigneri: così meno fatica e meno costi

16 Aprile 2015
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Un piccolissimo trattore tra i vigneti dell'Etna. Chi l'ha detto che non si puó meccanizzare la coltivazione ad alberello? Il mini trattore è un prototipo in attesa di brevetto messo a punto dal consorzio di viticultori de I Vigneri che rende più efficace la tradizione viticola sull'Etna. 

Modificato da un artigiano locale dietro specifiche indicazioni che rendono il mezzo eco-compatibile ed economicamente sostenibile, il mini trattore può velocizzare il lavoro di zappatura ed aratura, in alcuni periodi vegetativi del vigneto, alleviando le fatiche dell’uomo. Per Salvo Foti, presidente onorario del Consorzio de I Vigneri e ideatore del mini trattore è una piccola rivoluzione: “Da quando abbiamo fondato I Vigneri, più di quindici anni fa, abbiamo sempre impiantato vigneti ad alberello e abbiamo fatto un lavoro di ricerca e sperimentazione al fine di migliore e introdurre diverse innovazioni nell’organizzazione del lavoro, nell’uso dei materiali e anche nella costruzione di uovi adeguati strumenti operativi. 
Meccanizzare parzialmente la coltivazione del vigneto ad alberello è nei nostri programmi di ricerca”.

 

 

Il mini trattore entrerà in tutti i vostri vigneti? 

“La nostra finalità primaria è il rispetto dell’ambiente e dell’uomo, quindi l’obiettivo è sempre quello di fare delle scelte quanto più possibile eco-compatibili ed economicamente sostenibili. Si continueranno ad utilizzare gli antichi sistemi di una volta nei vigneti in cui la presenza di piccole terrazze è utile o inevitabile (mulo, solo lavoro manuale senza nessuna macchina, etc..). La richiesta della nostra professionalità nella coltivazione dell’alberello etneo ci ha portato a svolgere importanti esperienze in più contesti territoriali in Sicilia (Lipari, Vittoria, Pachino), in Italia  (Oltrepò Pavese) e anche in California, dove ci siamo confrontati con realtà produttive e umane molto diverse tra loro. Nel tempo, con questo bagaglio tecnico-culturale acquisito, abbiamo sentito la necessità di risolvere alcune problematiche di coltivazione, tra cui l’introduzione di piccole macchine al fine di velocizzare il lavoro di zappatura e aratura, renderlo meno pesante per l’operatore ed ottenere un risparmio economico”.

 

Come funziona la meccanizzazione? 

“Si tratta di un uso parziale della meccanizzazione, relativamente ad alcune pratiche e solo per certi periodi vegetativi del vigneto. Tutto è partito dall'acquisto di un piccolo mezzo opportunamente modificato da un artigiano locale e corredato da speciali accessori fatti costruire da un nostro fabbro. E siamo riusciti a svolgere l’80 per cento del lavoro di aratura del vigneto nel periodo autunnale-primaverile. La macchina, oggetto di domanda di brevetto per invenzione industriale in quanto è stata valutata come innovativa, è un prototipo ancora in prova e da migliorare, che ci consente di svolgere efficacemente le nostre tradizionali lavorazioni del periodo che sono: la scalzatura, la concimazione e la rincalzatura”.

 

 

Quanto si risparmia in termini economici? 

“Sui lavori stagionali si ottiene almeno il 50 per cento del risparmio di manodopera, ma ancora più interessante è che si riesce a fare un lavoro molto più efficace, in minor tempo e fatica, tradizionalmente le stesse operazioni sono svolti con il mulo o la motozappa, e con la zappatura manuale vite per vite da parte del viticoltore”.

 

Non finisce un po' della poesia che ispira quest'antico sistema di allevamento? 

 “Sì, in parte è così, però è una piccola rinuncia al fine di poter ottimizzare la coltivazione della vite con il sistema ad alberello etneo, renderla meno faticosa per l’uomo, meno costosa e quindi alla fine poterne aumentarne la diffusione. Ma vi sono altre due importanti considerazioni che vanno fatte; la prima è che il mezzo utilizzato è un piccolo trattore, poco invasivo e facile da usare; la seconda è che per funzionare efficacemente ha bisogno di una superficie di una certa entità, quindi non è adeguato per piccole terrazze. Nei piccoli vigneti o in punti dello stesso vigneto dove esistono piccole terrazze bisogna continuare con il sistema di coltivazione tradizionale e quindi in questo caso si continuerà ad avere una produzione generata solo dalla fatica dell’uomo. Crediamo che bisogna adeguarsi al territorio senza stravolgerlo e non stravolgere il territorio per adeguarlo alla massima meccanizzazione, solo finalizzata al risparmio economico come unico e assoluto obiettivo”.

 

 

Si può esportare in altri contesti?

“Certamente, ma ci vorrà un po’ di tempo. Con Maurizio Pagano, responsabile operativo del progetto, abbiamo già sperimentato con successo la macchina anche in altri territori e condizioni differenti da quelli dell’Etna”.

 

F.L.