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Scenari

Cecubo il nuovo vino naturale di Villa Matilde

01 Agosto 2014
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Esce sul mercato un nuovo vino bio del casertano.

Frutto del progetto scientifico curato da Riccardo Cotarella. Si chiama Cecubo, e a firmarlo è Villa Matilde. L'etichetta segna un nuovo traguardo di una delle realtà che oggi abraccia anche i territori di Benevento e Avellino con la produzione diversificata in tre tenute, sancisce l'entrata dei giovani in azienda. Il nuovo capitolo sul vino sostenibile vedrà infatti in prima linea i figli rispettivamente di Salvatore Avallone e sue sorella Maria Ida.

“La scelta di produrre vini con tecniche naturali si colloca nella scia del progetto Emissioni zero, lanciato oltre cinque anni fa – ha dichiarato Salvatore Avallone – La terra non è eredità ricevuta dai nostri Padri, ma un prestito da restituire ai nostri figli. Ispirandoci alla saggezza e alla consapevolezza di questo proverbio indiano, nel 2009 avevamo presentato la sfida di produrre vino in maniera sostenibile. Oggi a loro affidiamo il compito di proseguire il nostro lavoro.”

Cecubo, che fa il suo ingresso nel mercato con l'annata 2012,  è ottenuto da uve Primitivo, Piedirosso e antiche varietà autoctone dei vigneti collinari della tenuta San Castrese, alle falde del vulcano spento di Roccamonfina. Rientra nel progetto scientifico del Wine Research Team (WTR) coordinato da Cotarella.  La ricerca ha come finalità quella di individuare le procedure da attuare nel vigneto e in cantina per il raggiungimento di un vino naturale ottenibile utilizzando esclusivamente uva perfettamente sana, vendemmiata manualmente ed in particolari condizioni e orari, senza solfiti aggiunti.

“Un lavoro delicato che parte in primis dalla vigna e dal volere ottenere le uve “perfette”.  Dalla vigna alla cantina è la prima vinificazione a fare la differenza. In questo modo le caratteristiche del vino rimangono intatte”, spiega  Cotarella che da otto anni si dedica al progetto con il suo team composto da Fabio Mencarelli, tecnico dell’alimentazione, Riccardo Valentini, climatologo, tutti del Dipartimento per l’innovazione dei sistemi biologici, agroalimentari e forestali dell’Università di Tuscia, assieme a Cesare Catelli, biologo.