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Scenari

Domini “.wine” e “.vin”, ora c’è il via libera. “Ma i consumatori saranno tutelati”

25 Giugno 2015
riccardo_ricci_curbastro riccardo_ricci_curbastro


 

C’è una sorta di accordo tra la Comunità europea, Efow, la Federazione europea dei vini a Denominazione di origine e Icann, la società statunitense che dal 1998 si occupa dell'assegnazione dei domini web.

Da due anni riunioni, lettere, incontri per stabilire il destino dei domini “.wine” e “.vin”. Che in un primo tempo erano stati messi a disposizione del miglior offerente senza clausole di salvaguardia nei confronti delle indicazioni geografiche. Sarebbe stato possibile, dunque, che “chianti.wine” e “champagne.vin” solo per fare un esempio, fossero finiti, senza alcun titolo, in mani cinesi o americane, frodando la buona fede dei consumatori. Insomma società senza scrupoli, che nulla hanno a che fare con gli originali, che avrebbero soffocato il marchio dop e la qualità agroalimentare che contraddistingue soprattutto il nostro “made in Italy” e le nostre realtà territoriali, non così percepite nel mercato americano. Sarebbero, secondo indiscrezioni, già quattro società estranee al mondo vitivinicolo che hanno fatto domanda per domini .wine. Ma la notizia non è stata confermata dagli addetti ai lavori.

Antonello Giacomelli, sottosegretario alle Attività produttive con delega alle Telecomunicazioni, aveva a sua volta scritto all'Icann, per chiedere che “online siano garantiti gli stessi livelli di protezione che esistono offline”, aggiungendo che “non si tratta di una materia solo commerciale ma che attiene ai temi di pubblico interesse”. 

Di questi giorni la notizia che un ammorbidimento della società americana c’è stata. L’accordo c’è, ma non si conoscono i modi reali con cui questi domini saranno assegnati. Di certo, c’è che un’azienda estranea al mondo del vino, non potrà acquistare i domini “.wine” e “.vin”.

“Non si tratta di un tema tecnico, ma che investe il nostro futuro – dice il Riccardo Ricci Curbastro presidente di Efow e di FederDoc -. È già in discussione il fatto di poter lasciare a soggetti terzi l'utilizzo di domini come .roma o .venezia con il rischio di danni enormi al nostro patrimonio culturale e storico oltre che economico. L’accordo, oltre a soddisfare le esigenze delle parti in causa, avrà un ruolo chiave – ha sottolineato – per garantire ai consumatori e al settore vitivinicolo degli strumenti idonei per la lotta al cybersquatting e alle pericolose confusioni sia per gli operatori che soprattutto per i consumatori. Una conquista che pone le basi ottimali per lo sviluppo di un mercato online operante in un clima di ritrovata fiducia. Ed è importante sottolineare come, al centro dei negoziati, ci sia sempre stato l’interesse del settore vitivinicolo mondiale. 

C.d.G.