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Scenari

Il boom dei vini di Bordeaux in Cina ha fatto aumentare le emissioni di Co2, corre ai ripari il Civb

31 Gennaio 2014
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Il successo dei vini di Bordeaux nell'area asiatica rischia di compromettere il programma di abbattimento di emissioni di anidride carbonica adottato dal Civb.

Le Conseil Interprofessionnel du Vin de Bordeaux ha diramato i dati sull'incidenza delle spedizioni verso la Cina e Hong Kong, aumentate repentinamente nell'ultimo anno, e verso la parte del Pacifico.  Hanno causato l'aumento delle emossioni di Co2 del 24% rispetto al 2007. Il trasporto aereo e marittimo è raddoppiato rispetto a sei anni fa. Mentre le emissioni derivanti dalla produzione, secondo quanto riporta la stima del Civb, sono calate del 22%. E sono diminuite anche quelle legate alla produzione delle bottiglie. L'impronta di carbonio si è abbattuta di un terzo, dovuto al maggiore ricorso al riciclo del vetro e all'uso del bag in box. L'obiettivo del comparto bordolese, come sancito dal programma promosso dal Consiglio il Plan Climat 2020, è quello di diminuire il carbon footprint del 20% rispetto al livello registrato nel 2007 e preso come parametro di riferimento. Un traguardo adesso ostacolato dallo sviluppo del mercato cinese e asiatico. 

Una tabella che spiega l'impatto delle emissioni nel quinquiennio 2007-2012

Il Conseil dovrà adottare adesso misure più efficaci per raggiungere quanto stabilito. E cercherà, come anticipato dal responsabile del programma Jena-Marc Jacovici, nuove soluzioni e metodi per ridurre l'impatto. E guarda ad un probabile taglio di alcune risorse come il carburante, il gas o l'elettricità, che rispettivamente hanno visto l'aumento dei pressi del 50%, 40% e del 25%, da sostituire con altre alternative. In cinque anni, queste sono costate all'industria del vino di Bordeaux un investimento che ha superato i 200 milioni di euro.