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Scenari

Il consorzio Valpolicella alle Famiglie dell’Amarone: “Querelle giudiziaria inutile”

24 Gennaio 2020
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“Il Consorzio tutela vini Valpolicella non si è mai sottratto dal valutare tutte le proposte provenienti dalle “Famiglie Storiche”. 

Una valutazione, però, che implica il principio di coerenza e di rispetto delle leggi vigenti in materia di esecuzione delle sentenze”. Così scrive in una nota stampa il consorzio di tutela dei vini dela Valpolicella. “Il doveroso atteggiamento di apertura e di ascolto – prosegue la nota – non può ribaltare quanto disposto dalla causa civile intrapresa nei confronti delle “Famiglie Storiche” in difesa della denominazione, in quanto il Consorzio ha già dato corso circa 3 mesi fa a quanto disposto dal Tribunale di Venezia (leggi questo articolo>)”.

“Ci preme inoltre ricordare come sulla vicenda giuridica il Consorzio abbia agito in prima istanza su richiesta del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali – dicono dal consorzio – È infatti obbligo dell’ente di tutela procedere in ragione dei princìpi e dei doveri statutari attribuiti dallo stesso ministero, e così è stato fatto. Quanto occorso in seguito, ovvero il ricorso in appello promosso dalle “Famiglie Storiche”, il relativo rigetto delle istanze e ora il ricorso in Cassazione attengono all’esclusiva sfera decisionale delle Famiglie Storiche”. In merito alla comunicazione delle Famiglie Storiche per cui l'Associazione è disponibile in caso di accordo a rinunciare a far valere le due decisioni ottenute in sede europea dall’Ufficio per la proprietà intellettuale (Euipo), il Consorzio precisa che Euipo è un organo amministrativo europeo e che il giudice d’appello ha stabilito non corretta la sua decisione”.

“Nel ribadire il proprio rammarico per una querelle giudiziaria la cui coda non ha certo reso onore a una produzione tra le più apprezzate al mondo – conclude lanota – il Consorzio tutela vini Valpolicella ricorda che la sentenza accerta, tra l'altro, atti di concorrenza sleale in entrambi i gradi di giudizio, con condanna a risarcimento del danno da definirsi in separato procedimento. Inoltre si sottolinea la gravità di una condotta che a nostro avviso non può essere risolta con un semplice “lascito” di una somma di denaro (la cui proposta è stata per altro già bocciata dal consiglio di amministrazione dell'ente consortile). Ci si augura infine che le proposte di riconciliazione possano in futuro essere gestite da professionisti e non attraverso una conferenza stampa. Quando le condizioni lo permetteranno saremo pronti a investire insieme in favore della promozione del territorio”.

C.d.G.