Il governo inglese scommette sui farmbots.
I nuovi ausili tecnologici a cui si stanno convertendo produttori nel Vecchio e Nuovo Continente li vede come futuro su cui puntare, da quelli che potano le piante a quelli che zappano la terra o ancora a quelli che monitorano le condizioni pedoclimatiche. L'impegno, come riportato dai principali quotidiani inglesi, sarà di rendere i robot più accessibili, a portata di tutti gli agricoltori che vogliano farne uso. Owen Paterson , segretario di Stato per l'ambiente, il cibo e gli affari rurali , intervenuto alla Farming Conference, l'incontro dedicato alle nuove opportunità e stategie di sviluppo in questo settore tenutosi ad Oxford la scorsa settimana, ha dichiarato che punto cruciale della crescità del Paese sarà il mettere a disposizione la più ampia gamma di tecnologie, portare i protagonisti che lavorano in agricoltura ad abbracciare le nuove applicazioni della robotica.
Il governo, ha infatti stabilito, per la prima volta, una strategia “agri – tech” stanziando ben 160 milioni di sterline. Settanta milioni andranno allo sviluppo di nuove teconologie agricole, mentre ben 90 milioni saranno investiti nella creazione di centri studio e ricerca per l'innovazione agricola. E a tale scopo ha dotato l'UK Trade and Investment di una nuova unità che si occuperà di supportare questa branca. Un progetto ambizioso che mira anche all'esportazione e che affiderà il compito ad un agri-tech business ambassador.
La prospettiva di tecnologgizzare la produzione agricola, al punto da potere fare a meno della forza lavoro, probabilmente attrae molti imprenditori del settore che oramai è diventato tra i più produttivi del Paese. Ed uno dei comparti che vede di buon occhio, ansi auspica, l'introduzione della robotica, è quello della pastorizia. Droni e robot potrebbero sostituire i pastori, gestire le mandrie, una visione futuristica che trova consenso tra molti allevatori. Dall'altro lato il nuovo progetto del governo sta suscitando non poche critiche da parte di coloro che sostengono che le aziende dovrebbero meglio applicare la tecnologia già a disposizione,concentrarsi sulla creazione di nuove figure professionali più qualificate. E non sono nemmeno pochi gli scettici, soprattutto chi opera nel mondo del biologico.