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Scenari

Il periodo d’oro dei fine wine italiani, in Asia cresce l’interesse per il Brunello di Montalcino

29 Ottobre 2014
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L'Italia cresce a velocità spinta in Uk. 

Nel mercato dl vino più importante d'Europa i vini del Bel Paese sembrano vivere al momento una parentesi d'oro. Lo ha dichiarato Joss Fowler broker del vino a capo della Fine&Rare di Londra che nel listino accoglie fine wine ed etichette pregiate da tutto il mondo, comprese quelle dello stivale. E proprio i top wine italiani sembrano conquistare l'interesse degli investitori in modo più incisivo rispetto al passato e reggere il paragone con i vini di Bordeaux. Grazie alla qualità, alla cura artigianale che ci sta dietro ed anche alla rarità, l'enologia tricolore in generale agli occhi dei wine merchant non è più fonte di vini considerati quasi alla stregua di commodity.

In dieci anni, Sassicaia, Masseto e Ornellaia sono cresciuti nel settore degli investimenti sul vino del 10%. Ripetto alle Langhe che nelle case d'asta più prestigiose hanno conquistato un buon posizionamento, guardando al successo dei vini di Angelo Gaja, la Toscana in quest'ultimo periodo sembra godere di maggiore forza attrattiva. L'Italia risponde perfettamente al trend attuale che vede una maggiore sete di conoscenza di territorio, del fattore umano, della tradizione da parte del consumatore, e con un valore a cassa meno esorbitante rispetto a quello che detengono i fine wines francesi. L'Asia si conferma la più sensibile ai grandi vini italiani e al loro contenuto culturale, e lì esploderà l'interesse su Montalcino, predice Fowler.