Anche le isole siciliane hanno la loro condotta Slow Food. Si è costituita a Salina ma, sotto il suo marchio, comprende e coinvolge anche Lipari e Ustica.
Obiettivo è quello di portare avanti l’eco-sostenibilità delle isole con progetti che vanno dagli orti scolastici al recupero della memoria agricola degli anziani, dall’utilizzo di prodotti locali, all’autosufficienza anche sulla terra ferma.
“Dopo 10 anni dell’iniziativa Salina Isola Slow che ha sempre puntato su temi come la biodiversità o la sostenibilità – spiega Salvatore D’Amico, nominato fiduciario della nuova condotta – abbiamo pensato di coinvolgere nel progetto anche le altre isole e di chiedere a Slow Food il benestare per creare la condotta”. L’idea è quella di recuperare l’autonomia delle isole, valorizzandone le risorse in modo compatibile, invertendo il processo di dipendenza dalla terra ferma per il cibo che, negli anni, ha determinato una perdita dell’ identità territoriale.
Per questo motivo, ad esempio, sarà effettuata una mappatura delle risorse agricole e del pescato che caratterizzano e rappresentino l’isola e da cui possa emergere la sua storia gastronomica. “Abbiamo già raggiunto un accordo con una trentina di ristoratori tra Lipari e Salina – aggiunge D’Amico – affinché utilizzino solo prodotti di stagione e del territorio per dare visibilità a quelli autoctoni, ai luoghi di produzione agricola, ai metodi di agricoltura specifici dell’isola, alle specie ittiche autoctone e stagionali ed ai metodi di pesca artigianale”.
Inoltre, nelle intenzioni della condotta, c’è quella di applicare sulle isole Slow il modello di Turismo Sostenibile, capace di attirare categorie di visitatori sempre più sensibili e consapevoli, farli diventare “Residenti Affettivi” grazie a formule di accoglienza personalizzate ed incentrate innanzitutto sulle risorse ambientali, agricole e della piccola pesca, sulla cultura di questi territori, ricchi di storia antica e spesso incontaminati.
CM