Una metodologia basata su 5 criteri
Il primo riguarda la qualità dell’agronomia ovvero “la valutazione valuta la vitalità del suolo, l’equilibrio dei ceppi viticoli e la cura prestata alle viti. Tutti fattori essenziali che influenzano direttamente la qualità del vino”; la padronanza tecnica si concentra “sulle competenze tecniche nel processo di vinificazione, gli ispettori ricercano processi di vinificazione precisi e rigorosi, che producano vini ben sviluppati che riflettano il terroir e i vitigni, senza difetti che possano distrarre”; l’identità metterà in risalto i produttori di vino “che creano vini che esprimono la personalità, il senso del luogo e la cultura che li anima; il bilanciamento, ovvero la “valutazione dell’armonia tra acidità, tannini, rovere, alcol e dolcezza”; la coerenza, infine, un giudizio che prenderà in considerazione “più annate per garantire una qualità costante e costante, anche nelle annate più difficili. La Guida celebra i vini che rivelano maggiore profondità ed eccellenza con il passare del tempo”.
“Dopo aver orientato gli amanti del vino verso le tavole più raffinate di oltre 70 destinazioni e gli hotel più eleganti del mondo – afferma Gwendal Poullennec direttore Internazionale della Guida Michelin -, la Guida è lieta di aprire un nuovo capitolo con il mondo del vino. Questa nuova guida, pensata sia per gli appassionati curiosi che per gli esperti più appassionati, premia gli uomini e le donne che stanno costruendo i vigneti più esigenti del mondo”.
La competenza al centro delle valutazioni
Le selezioni future si baseranno sulla competenza di ispettori enologici dedicati, si legge in una nota, “tutti professionisti del gruppo Michelin. Questo team, che formula le sue raccomandazioni collettivamente e in completa indipendenza, riunirà esperti enologi e ispettori di nuova assunzione. Tutti i membri del team saranno selezionati non solo in base alle loro qualifiche, ma anche in base alla loro capacità di valutare un vigneto con rigore e integrità. Saranno tutti professionisti affermati del settore – ex sommelier, critici specializzati o esperti di produzione – e apportano al team un’esperienza concreta e approfondita del mondo vitivinicolo. E le loro valutazioni seguiranno una metodologia rigorosa, che comprende un processo di revisione da parte di un panel e una supervisione editoriale”.
Nel 2026, il progetto Grapes partirà da due regioni tra le più emblematiche del panorama vitivinicolo mondiale: la Borgogna e la regione intorno a Bordeaux. Una scelta avvincente, che celebra la diversità, l’intensità storica e la ricchezza culturale del vino alla francese. Nel corso dei secoli, Bordeaux si è affermata come una potenza storica nel mondo del vino. I suoi vigneti rinomati e la loro reputazione vanno ben oltre i nostri confini. L’intera prestigiosa regione di Bordeaux è rinomata in tutto il mondo per le sue innovazioni e le sue tradizioni. La Borgogna, da parte sua, si distingue per il suo approccio profondamente radicato nel patrimonio locale. I suoi vigneti a misura d’uomo, a conduzione familiare, riflettono tradizioni rigorose e la cura posta in ogni fase del processo produttivo. Di generazione in generazione, l’eredità ha curato l’identità locale e forgiato la reputazione mondiale della Borgogna.