Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Scenari

Langhe e Roero nel patrimonio dell’Umanità. E questa volta il vino c’entra. Eccome

22 Giugno 2014
barolo1 barolo1

La notizia era attesa e non c'è sorpresa.

Ma volete mettere la soddisfazione di registrare e scrivere che l'Unesco ha inserito i paesaggi delle Langhe, del Roero e del Monferrato nella lista del patrimonio dell'umanità, la celebrata World Heritalge List? E tra i tanti siti italiani che in questi anni l'Unesco ha inserito – sono cinquanta in tutto – è la prima volta che viene celebrato qualcosa che è strettamente legata al vino? Dopo centri storici, palazzi reali, vulcani, chiese barocche, montagne, isole, ecco finalmente un paesaggio. Che è costellato da vigneti come pochi luoghi al mondo, dove l'intreccio uomo-natura è stato forte e armonioso da aver creato luoghi di struggente bellezza.

È quest'inserimento, che è il suggello a una Grande Bellezza italiana, comprenderà sei aree che toccano i territori di ben 29 comuni suddivisi in tre province: Alessandria, Asti e Cuneo. Luoghi dove il vino tocca punte altissime di qualità. Senza blasoni o quasi ma con il lavoro certosino di contadini che sono diventati vignaioli importantissimi e famosi. Dove la gastronomia puó vantare il fiore all'occhiello del tartufo bianco. E tante altre cose ancora. Eccellenze che tutto il mondo ci invidia. E che oggi potranno aggiungere anche il piacere di far parte di un territorio che è Patrimonio Mondiale dell'Umanità. Non è un caso che questo riconoscimento diventerà anche un plus per il prossimo Expo.

E lo annuncia il ministro Maurizio Martina il quale ovviamente non nasconde la soddisfazione per il risultato: «È la prima volta che l’Unesco riconosce un paesaggio vitivinicolo italiano quale bene unico al mondo, patrimonio dell’umanità per la sua eccezionalità rurale e culturale. È un risultato prezioso che rafforza il posizionamento a livello di mondiale di alcune delle produzioni vitivinicole più pregiate e apprezzate del nostro Paese», ha aggiunto il ministro. «Al tempo stesso l’Unesco ha riconosciuto l’essenzialità dell’agricoltura e degli agricoltori quali sentinelle nella conservazione del paesaggio».

Alessandro Chiarelli