Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Scenari

Le parole dell’anno 2024… secondo noi

31 Dicembre 2023
Le nostre parole del 2024 Le nostre parole del 2024

Immancabili anche quest’anno le nostre parole per l’anno che sta per arrivare. Abbiamo interrogato i nostri colleghi e collaboratori chiedendo loro di pensare a un termine-simbolo del 2024. E non mancano le sorprese.

FABRIZIO CARRERA
Clima
Il dizionario italiano di Aldo Gabrielli, edizione 2008, a pagina 537 riporta la parola clima. Ovvero, “il complesso degli elementi meteorologici che determinano lo stato medio dell’atmosfera in un determinato luogo”. Il 2023 ha sparigliato le carte e ha spazzato le nostre fragili certezze. Ne sanno qualcosa i produttori di vino. E non solo loro. Urge una nuova attenzione. E tanto lavoro di prevenzione. Il clima sta cambiando e le conseguenze sono sotto i nostri occhi. Per noi di Cronache di Gusto che seguiamo il mondo del vino e del cibo il clima è più che importante. È fondamentale. Dal clima, da questi elementi meteorologici, dipende la qualità e la quantità di ciò che mangiamo e beviamo. Ci interroghiamo da tempo su quali soluzioni debbano intraprendere i vignaioli e le imprese per difendersi dai cambiamenti repentini. L’Italia poi per la sua collocazione geografica è particolarmente esposta. La discussione è aperta. Clima è la mia parola dell’anno per il 2024.

SIMONE CANTONI
Appassionarsi
Da individuo fondamentalmente pessimista, ci ho messo un po’ di tempo a prendere atto di come, in fatto di “mangiare e bere”, sia crescente (sebbene non maggioritario) il numero di coloro che, anziché consegnarsi con superficialità a questa o quella tendenza in atto, si muovono invece verso forme di consumo più personalmente informate e consapevoli. Forme che implicano il confronto con produttori e somministratori; che sottendono – nei confronti dei prodotti – un’istanza di miglior conoscenza, di approfondimento e di scoperta. E questo atteggiamento investe in specie le nuove generazioni. Non di rado, nel sorseggiare insieme una birra o un vino, così come nel gustare insieme un formaggio, sono spesso gli amici più giovani a sorprendere per il livello di coinvolgimento che mostrano nell’esperienza dell’assaggio. Un bel coinvolgimento, sì; un coinvolgimento di testa, cuore e sensi: che è l’equazione dell’appassionarsi.

TITTI CASIELLO
Interrogarsi
In un’epoca di guru e di eccellenze in ogni campo (anche in quelli mai seminati), le nostre conoscenze sono messe a dura prova. E’ l’era degli assolutismi con la migliore pizza al mondo, il vino più buono dell’universo, il grano meno o le verdure più. Ma che quanto “professato” sia vero o che quanto meno vada bene a noi stessi chi ce lo dice? Il mio augurio è che si possa ritornare in un’epoca di relativismo. Interroghiamoci e appuriamo quello che ci viene raccontato. Il cibo o il vino di cui dovremo nutrirci non dovrebbe sempre terminare con “..issimo” per essere considerato buono.

AMBRA CUSIMANO
Suolo
Lo sfruttiamo da millenni in maniera spropositata e oggi ne paghiamo le conseguenze. Attività come l’agricoltura e l’urbanizzazione sfruttano il suolo e ne alterano lo stato e le funzioni naturali. Molti problemi ambientali derivano dallo sfruttamento del suolo, che determina cambiamenti climatici, perdita di biodiversità e inquinamento di acque, terreni e aria. Per non parlare poi dei problemi correlati, quali desertificazione o, al contrario, rischi d’inondazione. Un importante ausilio nella battaglia contro i danni causati da questo sfruttamento smodato, viene proprio dai funghi. I funghi micorrizici creano una particolare simbiosi con le radici delle piante che rispondono meglio a stress ambientali come la siccità, la presenza di metalli pesanti, e aumentano la loro resistenza agli organismi patogeni. Allo stesso tempo, le piante sostengono la crescita dei funghi micorrizici fornendo loro i composti del carbonio prodotti tramite la fotosintesi. Il do ut des che potrebbe aiutarci nella lotta alla sopravvivenza.

GIADA GIAQUINTA
Prospettiva

La mia parola è “prospettiva” perché credo sia di fondamentale importanza, di tanto in tanto, cambiare prospettiva su cose, persone, valori e anche su noi stessi: guardarci da fuori e chiederci , ogni tanto, se stiamo andando nella direzione giusta. Concedersi il lusso di poter cambiare idea e di riflettere. Meglio se con in mano un bicchiere con un buon vino da meditazione… Cin e auguri!

FRANCESCA LANDOLINA
Onestà
Auguro che sia l’anno dell’onestà, perché l’onestà è come acqua di sorgente: pura. L’onestà è come un raggio di sole che squarcia il buio. L’onestà è l’arma migliore, perché ripaga, sempre. E perché persevera nella pazienza e nella giustizia. Buon anno di luce e nella luce.

FEDERICO LATTERI
Supercazzola
Il termine “supercazzola” è un neologismo presente da alcuni anni sul vocabolario Zingarelli. E’ il nome di una tecnica utilizzata dal grande Ugo Tognazzi nel film Amici Miei di Mario Monicelli. Consiste nel fare un discorso con parole senza senso mescolate a termini con un significato reale che attraggono l’attenzione. Il risultato è il totale sbigottimento dell’interlocutore che non capisce nulla, ma, nello stesso tempo, quasi si vergogna ad ammetterlo. Una situazione comica, ma non solo…. La supercazzola con la sua apparente semplicità, la sua immediatezza e la sua originalità è, a mio parere, qualcosa di assolutamente geniale. Passando dal cinema al nostro lavoro, penso ad alcune descrizioni che mi capita di leggere e che talvolta mi ricordano in qualche modo una supercazzola (fatta male però…). Descrittori come il profumo di un fiore che sboccia una volta l’anno nella parte superiore della valle dell’Orinoco o quello di un frutto che si trova solo in una sperduta isoletta del Pacifico o colori talmente strani che quasi si collocano al di fuori dello spettro visibile dall’occhio umano appaiono, qualche volta, nelle descrizioni dei vini. Questi ultimi, poi, vengono spesso raffigurati come cavalieri senza macchia e senza paura, personaggi pittoreschi o affascinanti donne. Ben vengano le metafore e le similitudini, ma proviamo anche a descrivere un vino come il liquido che si trova nel calice con il suo colore, il suo profumo e il suo sapore, magari utilizzando termini e riferimenti che siano comprensibili alla stragrande maggioranza dei lettori?

ALESSANDRA MELDOLESI
Infrapiatto
La mia parola è “infrapiatto”: dopo la caduta dall’Olimpo degli influencer, spero che la cucina parli sempre più la sua lingua, anziché trincerarsi dietro operazioni di beneficenza a scopo marketing malcelate.
Il mio prodotto sono i legumi, perché si parli sempre meno di insetti e carne coltivata. Come dice Pietro Leemann, l’alternativa alle proteine animali c’è già.

CLARA MINISSALE
Libertà
La mia parola per il 2024 è libertà. Di pensiero, di parola, di scelte, di vita. Mi pare pazzesco pensare che in buona parte del mondo, questo bene supremo sia ancora riservato a pochissime persone. Non diamola mai troppo per scontata e non dimentichiamo mai che “la libertà è come l’aria. Ci si accorge di quanto vale solo quando comincia a mancare”.

MADDALENA PERUZZI
Viaggio
E chi ci pensa al viaggio? In un mondo in cui la meta è tutto. Sfide, obiettivi, traguardi: viviamo proiettati sempre avanti, sempre oltre. Ma noi siamo qui. Ora. Proviamo a godercelo il viaggio. La bellezza del paesaggio, l’attesa, persino la noia. Luoghi, cose, persone. Non perdiamoci tutto. Magari un incontro ci cambierà la vita, lungo la strada. O magari sarà solo un viaggio che ci porterà da qualche parte. Ma almeno ce lo saremo goduto.

STEFANIA PETROTTA
Gentilezza
Un tempo base di una buona educazione, oggi la gentilezza è diventata un valore aggiunto che contraddistingue solo alcune persone. Quando si ha la fortuna di incrociare sul proprio cammino qualcuna di queste, si comprende come questa dote sia fondamentale nei rapporti umani. Rimangono così impressi gli individui che praticano la gentilezza, che siano il produttore di vino, il cuoco o il collega, giusto per fare esempi relativi al settore che ogni giorno vi raccontiamo. In un mondo dove chi alza la voce sembra l’abbia sempre vinta, il mio l’augurio è dunque che questa virtù si diffonda capillarmente e, soprattutto, che si impari a rapportarsi con gentilezza e a trattare con cura tutto ciò che fa parte del proprio quotidiano, dalla natura al bene comune, dalle persone con cui ci si rapporta per lavoro agli estranei che incrociano le nostre strade, dai vicini che spesso neanche si conoscono alle popolazioni lontane colpite dalle guerre, dall’esposizione delle nostre idee alle lotte che portiamo avanti per i valori in cui crediamo.

GIANLUCA ROSSETTI
Formazione
L’anno scorso scelsi didattica, quest’anno scelgo formazione. Dobbiamo assolutamente impegnarci a formare le persone. Per farle appassionare a questo mondo, che ne ha sempre più bisogno, ma non solo, per alzare la qualità delle nostre esperienze in bar, ristoranti, botteghe, enoteche ecc… Fare formazione è una necessità, per alzare i fatturati (questo per chi ha un locale), ma anche per mantenere l’attenzione su un mondo di cui ormai tutti, siamo innamorati. Pensate, quanto è bello quando ci fanno una domanda, e noi sappiamo dare la risposta?

MARCELLA RUGGERI
Leggerezza
Da Colapesce e Di Martino della scanzonata “Musica leggera” a Milan Kundera con la sua “Insostenibile leggerezza dell’essere” fino alla spensieratezza di una grigliata e bevuta tra amici o un incontro romantico che ti fa battere il cuore da adolescente, il concept di leggerezza viaggia ed imperversa sulla bocca di tutti, come se fosse la marcia in più a cui aspirare nelle relazioni sociali e in qualche caso l’ancora di salvezza di rapporti umani andati a male. Il palpabile stupore della conquista leggerezza non sta nella ricerca della leggerezza ma nella capacità di sapersela guadagnare anche e soprattutto riflettendo prima su come impostare la tua vita, mettendoci tutto te stesso in ciò che fai anche in un momento di banalità degli eventi, anche in quel momento in cui hai voglia di niente e desideri ascoltare soltanto “un po’ di musica leggera”. Puoi captare la leggerezza condividendo un pasto frugale con un conoscente che non vedi da anni e che ti trasmette euforia e mille interessi ma anche nell’asciugare una lacrima ad un amico in difficoltà oppure leggerezza nel parlare di massimi sistemi e di attualità con chi è profondo esperto della materia. “Esiste una leggerezza della pensosità” – diceva Italo Calvino. La leggerezza può essere contenuto e sostanza trasversale che ti riempie la mente e l’animo: tutto cambia in base a chi vuole spartire e mescolare questa leggerezza con te. Ed è per questo che per me la parola “condivisione” (da contatto umano e non social) cammina a braccetto con questa. Puoi sorseggiare un Nebbiolo signorile e complesso e apprezzare un Carricante dell’Etna con lo stesso impulso e leggiadria di spirito. Bisogna lasciarsi trasportare da un’emozione forte, pur restando fedele a te stesso e coinvolgendo chi ha le tue stesse passioni e trovare altre emozioni per te e per l’altro. Instancabile, agile, elastico e non per questo “sciocco”. Anche per le passioni ci vuole impegno e coerenza. “Chi è pesante non può fare a meno di innamorarsi perdutamente di chi vola lievemente nell’aria, tra il fantastico e il possibile” – riferiva Kundera. Allora, innamoratevi quanto più potete anche della fiaba o della frivolezza che, anche se per poco, è sana leggerezza e condivisione.

FOSCA TORTORELLI
Coltivare
Si parte dal suo significato più comune, legato solo all’azione del curare un terreno o una pianta per renderli capaci di dare dei frutti, fino ad ampliarlo al suo senso figurato, da intendersi con il coltivare un’attività, una passione, un rapporto, un sentimento, un sogno, una speranza. Coltivare quindi racchiude quel senso di avere cura, di trattare con attenzione e con riguardo; coltivare la terra richiede cura, attesa, pazienza, presenza, costanza, inventiva. Allo stesso modo coltivare come sinonimo di educare e di educarsi migliorando la propria cultura, valorizzando il nostro patrimonio culturale che assume il duplice ruolo di un vettore economico e umano di crescita.

MANUELA ZANNI
Competenza
Tra tante parole che affollano la mente nella ricerca di quella giusta o meglio quella più rappresentativa ( almeno per me) per essere un buon auspicio per il nuovo anno, quella che emerge è, senza dubbio, competenza. In un mondo in cui tutti si improvvisano tuttologi, “esperti del nulla” con “laurea nel niente”, che tornino a brillare le stelle della competenza. Se ognuno riuscisse a dedicarsi a ciò che sa fare meglio demandando il resto a chi è più competente in un altro campo, nessuno farebbe male ciò che non sa fare. In un mondo (ideale) in cui vige la regola della competenza tutto sarebbe ‘ben fatto’ o meglio ‘fatto bene’ da chi è in grado di farlo. Un mondo ideale ma non impossibile da realizzare. Perché non aspirarvi?

ALESSIA ZUPPELLI
Coraggio
Il coraggio di essere se stessi, di cambiare, di mettersi sempre in discussione e non porre mai limiti alle nostre capacità. Vogliate bene voi stessi, con coraggio.