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Scenari

Lotta biologica in agricoltura, l’Italia all’avanguardia

24 Aprile 2023
Il gruppo dei relatori Il gruppo dei relatori

Sono positivi e incoraggianti i primi risultati che arrivano sia a livello nazionale che in Trentino dal programma di lotta biologica classica basato sull’uso di insetti per contrastare in modo sostenibile, riducendo l’uso dei fitofarmaci, la cimice asiatica e la Drosophila suzukii, due importanti emergenze fitosanitarie che preoccupano da alcuni anni il mondo agricolo. Da un lato, i lanci durati tre anni delle vespine samurai contro la cimice che hanno visto la Fondazione Edmund Mach in prima linea anche con campagne di raccolta dell’insetto con il coinvolgimento dei cittadini, e dall’altro, il rilascio negli ultimi due anni nell’ambiente naturale di Ganaspis brasiliensis, dimostrano il naturale insediamento dei parassitoidi a spese degli insetti che stanno causando notevoli danni all’agricoltura.

In Trentino il programma di rilascio degli insetti utili è stato gestito nell’ambito del progetto Swat nato nel 2020 e finanziato dalla Provincia autonoma di Trento e che proseguirà per un altro anno. Per la cimice è stata richiesta l’estensione dell’autorizzazione per il quarto anno e le prospettive sono che diventi una delle diverse specie fitofaghe del meleto da gestire normalmente con una provincia di Trento, che si è rivelata un areale ideale per l’insediamento dei parassitoidi. Anche per la drosofila i risultati sono positivi; si attendono i risultati del terzo anno per poter fare delle previsioni circa l’evoluzione e il programma di lotta biologica proseguirà anche nel 2023. Il tema è stato affrontato nell’ambito del convegno lotta biologica patrocinato dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, dal Crea e dalla Provincia autonoma di Trento, realizzato da Fem in collaborazione con il Servizio Fitosanitario Nazionale, preceduto ieri da un tavolo tecnico con esponenti del mondo accademico e degli enti di ricerca che hanno discusso delle strategie comuni da adottare per la gestione, anche preventiva, delle specie aliene a rischio di introduzione nel prossimo futuro e delle modifiche normative necessarie per accelerare i processi di autorizzazione al rilascio di antagonisti naturali.

In apertura è intervenuto il Presidente della Fondazione Mach, Mirco Maria Franco Cattani, che ha sottolineato come il convegno di oggi, costituisca la prima di una serie di iniziative di carattere tecnico/scientifico e culturale, predisposte da un comitato organizzatore presieduto da Attilio Scienza, che culmineranno nella celebrazione che avrà luogo il 28 settembre 2024 per valorizzare i 150 anni di storia di questa istituzione fondata nel lontano 1874. “Oggi, come allora – ha evidenziato il presidente Cattani – l’attività della Fondazione prosegue nell’intento di trovare risposte concrete alle problematiche emergenti, l’odierno convegno ne è una tangibile testimonianza, impegnandosi nel contempo anche a prevenire, per quanto possibile, le nuove fitopatie spesso procurate da specie aliene ed a proporre innovazione nel comparto agricolo, mediante nuove tecniche colturali, varietà, idee, approfondimenti scientifici utili anche ad altri ambiti produttivi nelle varie accezioni di interesse.
L’interrelazione stretta tra le diverse componenti della Fondazione e il suo proficuo effetto nell’assolvere al fine statutario di fornire servizio all’agricoltura, ne hanno fatto un punto di riferimento non solo per analoghi enti di ricerca e università, ma anche per regioni e stati esteri, che chiedono consulenza, talvolta per dotarsi di una struttura analoga”.

I rilasci di Trissolcus japonicus hanno avuto successo: la percentuale di uova parassitizzate è costantemente aumentata nei tre anni e il parassitoide si è insediato nel 53% dei siti di rilascio. Parallelamente la Fem ha registrato una significativa riduzione dei trattamenti insetticidi e una altrettanto importante contrazione dell’attacco sui frutti. Dal giugno 2020, nell’ambito di un programma nazionale coordinato dal Crea-Dc, si è quindi proceduto al rilascio anche in Trentino del parassitoide oofago esotico Trissolcus japonicus (35.000 individui) finalizzato al ristabilimento di nuovi equilibri naturali e al conseguente contenimento al di sotto di soglie di danno delle popolazioni della cimice asiatica. I siti di rilascio sono stati 20 nel 2000, 41 nel 2021 e 43 nel 2022. I parassitoidi rilasciati provenivano da un allevamento realizzato nei laboratori della Fem su ovature prodotte da cimici (catturate in apposite trappole o provenienti da una campagna di raccolta realizzata con il supporto dei cittadini:circa 36.000 cimici che nei tre anni hanno prodotto circa 350.000 uova). Il monitoraggio ha evidenziato un tasso di parassitizzazione da parte di T. japonicus a fine stagione crescente nel corso dei tre anni, passando dal 12, al 18 e al 29% rispettivamente nel 2020, 2021 e 2022 mentre a livello nazionale il dato è stato pari rispettivamente al 4,9 e 17 per cento. Un successo significativo per il Trentino che si dimostra un areale ideale per l’insediamento dei parassitoidi. Se è probabile che alla graduale riduzione del numero di trattamenti insetticidi per il controllo della cimice asiatica registrata a partire dal secondo anno di rilascio abbiano contribuito sia le condizioni climatiche sfavorevoli allo sviluppo di H. halys che l’adozione di una migliore e puntuale strategia di intervento, è pur vero che i risultati dei campionamenti condotti annualmente in 450 frutteti campione più esposti alle infestazioni confermano una costante contrazione della pressione del fitofago.

La lotta contro il moscerino asiatico dei piccoli frutti, Drosophila suzukii, rientra in un progetto condotto a livello nazionale da un Tavolo tecnico-scientifico istituito su indicazione del Comitato Fitosanitario Nazionale nel gennaio 2021 e coordinato dal Crea. Le attività di contrasto al fitofago invasivo hanno previsto l’impiego del parassitoide esotico Ganaspis brasiliensis Ihering. L’insetto è stato individuato tra Cina e Giappone tra il 2013 e il 2016, e importato nel 2020 dalla Fem dopo una approfondita valutazione del rischio connesso alla sua introduzione nelle aree invase da D. suzukii. La prima campagna di lanci del parassitoide, partita nell’agosto del 2021 a seguito dell’autorizzazione da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ha visto la partecipazione delle regioni Campania, Emilia-Romagna, Piemonte, Puglia, Sicilia, Valle d’Aosta e Veneto e delle Province autonome di Trento e Bolzano. Nel 2023 si sono aggiunte le regioni Lombardia e Toscana. I risultati dei monitoraggi delle prime due stagioni suggeriscono che G. brasiliensis si stia insediando sul territorio nazionale. A seguito dei rilasci il parassitoide è stato rilevato nel 27.7% e 19.1% dei siti, rispettivamente nel 2021 e 2022. Dopo due anni di rilasci si tirano le somme anche in provincia di Trento, che si conferma capofila del progetto garantendo la fornitura del parassitoide alla maggior parte delle regioni interessate e passando da 12 nel 2021 a 20 siti di rilascio nel 2022. In linea con la tendenza nazionale, i ritrovamenti del parassitoide si sono avuti nel 50% dei siti di rilascio nel 2021 e nel 20% nel 2022. A fronte di questa diminuzione, imputabile principalmente all’annata particolarmente calda e siccitosa, la campagna 2022 ha fatto registrare punte di attacco fino al 12% nei confronti di D. suzukii nei siti favorevoli alla sopravvivenza del parassitoide.

All’azione di G. brasiliensis si aggiunge quella di Leptopilina japonica, altro parassitoide esotico introdotto accidentalmente e rinvenuto in Trentino nel 2019, che risulta già diffuso sull’intero territorio provinciale con percentuali medie di attacco nei confronti di D. suzukii intorno al 10%. I risultati ottenuti finora sono incoraggianti e lasciano supporre che l’azione dei due parassitoidi crescerà nei prossimi anni, andando a regolare le popolazioni di D. suzukii sul territorio.