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Scenari

Made in Italy oltre i 70 miliardi: l’Italia parla al mondo attraverso il cibo

29 Settembre 2025
Il food Made in Italy è da record Il food Made in Italy è da record

Idg Day 2025: dietro ai record dell’export c’è anche una sfida di comunicazione

Per la prima volta nella storia l’agroalimentare italiano ha superato i 70 miliardi di euro di esportazioni. È accaduto tra giugno 2024 e maggio 2025: 70,7 miliardi, quasi il doppio rispetto ai 37 miliardi registrati appena dieci anni fa. Un traguardo che racconta la forza di un sistema produttivo capace di portare pasta, vino, formaggi e centinaia di altri prodotti sulle tavole di tutto il mondo, trasformando l’Italia da Paese in deficit agroalimentare a protagonista indiscusso sui mercati internazionali.

I dati parlano chiaro. Nei primi cinque mesi del 2025 le esportazioni complessive sono cresciute del 5,6% rispetto all’anno precedente. L’agricoltura ha segnato un +9,4%, l’industria alimentare e delle bevande un +5%. Crescono Germania, Spagna e Polonia, così come Stati Uniti e Turchia: segno che il “Made in Italy” non è più un fenomeno europeo, ma un linguaggio globale.

E c’è un ribaltamento storico che i numeri mettono nero su bianco: nel 2014 la bilancia agroalimentare italiana era in rosso per 7,6 miliardi; oggi segna un attivo superiore al miliardo.

Se la pasta resta la regina indiscussa con 4,7 miliardi di dollari di export, i formaggi italiani hanno superato Francia e Paesi Bassi e tallonano da vicino la Germania. Il vino si conferma secondo al mondo, dietro la Francia, mentre anche nel caffè torrefatto l’Italia si posiziona subito dopo la Svizzera. Una geografia di prodotti che unisce grandi marchi e migliaia di piccole e medie imprese, generando occupazione per 1,4 milioni di persone e un valore di produzione che sfiora i 260 miliardi di euro.

Ma i numeri, da soli, non bastano. È questa la riflessione emersa durante l’IDG Day 2025, l’appuntamento che a Padenghe sul Garda ha riunito imprese, manager e istituzioni. Qui si è parlato di marketing, nuove generazioni e social network: perché l’export non è soltanto logistica e dogane, ma anche capacità di raccontarsi in un mondo dove i consumatori chiedono autenticità, sostenibilità e fiducia.

“Superare i 70 miliardi significa dimostrare che l’Italia sa trasformare tradizione e qualità in sviluppo internazionale”, ha sottolineato Giacomo Ponti, presidente di Italia del Gusto. “Non sono soltanto cifre: è la misura della nostra visione”.

Non mancano le incognite, come i dazi americani che potrebbero colpire vino, olio e formaggi. Eppure la sensazione è che il settore abbia gli strumenti per affrontare anche queste sfide. La forza dei marchi, l’innovazione delle filiere e la capacità di presidiare i mercati restano il vero motore di un’Italia alimentare che oggi, più che mai, guarda al futuro con fiducia.