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Scenari

Mercosur, alla fine l’accordo slitta di un mese. Esultano Cia e Coldiretti

19 Dicembre 2025
da sinistra la premier Giorgia Meloni e il presidente francese Emmanuel Macron da sinistra la premier Giorgia Meloni e il presidente francese Emmanuel Macron

La firma dovrebbe essere rimandata di qualche settimana, a metà gennaio, per fornire nel frattempo le garanzie richieste dal mondo agricolo. La conferma è arrivata oggi al termine del Consiglio Europeo a Bruxelles

La firma dell’accordo commerciale Ue-Mercosur dovrebbe essere rimandata di qualche settimana, necessarie per  fornire le “garanzie” richieste dal mondo agricolo. La conferma è arrivata oggi al termine del Consiglio Europeo a Bruxelles, dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. La premier ha assicurato che si sta lavorando per posticipare il summit, un rinvio che consentirebbe di trovare le risposte che sono richieste dai nostri agricoltori. Vale a dire, “le salvaguardie che sono necessarie per i nostri prodotti”. Questo, aggiunge Meloni, consente “di poter approvare l’accordo quando avranno tutte le garanzie che sono richieste da un settore che altrimenti potrebbe essere colpito”.

Tutto rinviato a metà gennaio, quindi, con l’Unione europea tuttavia pronta a firmare ufficialmente l’accordo di libero scambio con il Mercosur. L’obiettivo iniziale era siglare il patto questo fine settimana, ma il piano è saltato dopo che Francia e Italia hanno chiesto un rinvio per timori legati al settore agricolo. Roma e Parigi mirano a ottenere clausole di salvaguardia più rigorose, controlli alle importazione più severi e standard più stringenti per i produttori del Mercosur al fine di proteggere i propri agricoltori.

Le reazioni

“Il rinvio della firma dell’accordo Mercosur è una vittoria di tutti gli agricoltori – affermano in una nota il presidente e il segretario generale di Coldiretti, Ettore Prandini e Vincenzo Gesmundo – abbiamo portato avanti in questi mesi un lavoro a tutti i livelli, italiano e comunitario, per denunciare gli enormi rischi connessi alla firma di un’intesa priva di garanzie per le aziende agricole e per la salute stessa dei cittadini consumatori”. “Davanti alle follie della Von der Leyen e alla sordità dei Commissari che abbiamo incontrato in queste ore, fin dal primo momento abbiamo sostenuto che l’unico argine potesse essere rappresentato dai Capi di Stato e di Governo. Diamo dunque merito al Governo italiano e alla rappresentanza francese di essersi battuti per far valere le ragioni degli agricoltori, contro l’opposizione della Commissione e di tutti gli altri Paesi che spingevano per la firma immediata – spiegano Prandini e Gesmundo -. L’obiettivo è ora quello di correggere le evidenti storture dell’intesa, affermando con forza il principio di reciprocità e rafforzando i controlli, senza i quali si apre la porta alla concorrenza sleale ai danni degli agricoltori europei, sacrificati sull’altare di altri interessi commerciali, senza dimenticare i pericoli per la salute dei consumatori. Il rinvio del Mercosur è una prima scelta giusta, ora serve un cambio di passo sul bilancio post 2028 che oggi penalizza in maniera inaccettabile gli agricoltori”.

“Abbiamo sostenuto sin dall’inizio di essere a favore di un accordo con un’area del mondo di circa 270 milioni di persone, ma solo trovando prima un modo di non farne pagare il prezzo agli agricoltori europei – rileva Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia -. Non si vanifichi quest’ulteriore mese e si trovino le giuste soluzioni sia di miglioramento dell’accordo che di ripensamento sui tagli Pac fondamentali per la Filiera agro-alimentare europea e per i nostri consumatori”.

Anche per Cia-Agricoltori Italiani il rinvio della firma dell’accordo “va nella direzione giusta e conferma che senza risposte concrete alle legittime preoccupazioni degli agricoltori, a partire da reciprocità e tutele, non può esserci alcuna intesa – evidenzia il presidente nazionale Cristiano Fini -. “Decisivo il ruolo dell’Italia e la nostra grande manifestazione, pacifica e unitaria, di ieri a Bruxelles”. “L’attenzione però resti alta sulla vera emergenza che ha riunito, nel cuore dell’Europa, 40 organizzazioni aderenti al Copa-Cogeca con più di 10 mila agricoltori. Fermare la proposta di riforma della Pac, targata Ursula von der Leyen, è sempre in cima alle nostre priorità e la più stringente ragione della nostra mobilitazione partita da mesi e non intenzionata a fermarsi – ribadisce Fini, al rientro dalla protesta con una folta delegazione confederale -. All’agricoltura, senza la quale non c’è futuro, vanno garantite più risorse ed equità, non quei tagli di budget che sottraggono all’Italia 9 miliardi di euro, né la dissoluzione della Pac in un Fondo unico”. Amaro il bilancio su questo fronte. “Dalla von der Leyen solo parole di vicinanza, le ultime ieri sera. Non serve solidarietà – conclude Fini -. Dalla presidente della commissione Ue ci aspettiamo responsabilità istituzionale, che riconosca l’abbaglio e riveda in toto la sua politica per l’agricoltura, per il bene della sicurezza alimentare, per i cittadini di tutta Europa”.