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Scenari

Morire in vigna per due euro l’ora

19 Agosto 2015
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La storia, di quelle tristi, è di un mese fa. Paola Clemente, bracciante di 43 anni, muore mentre lavorava nei campi di Andria all’acinellatura dell’uva.

Oggi la Procura di Trani ha aperto un'indagine sulla morte di Paola. Il pm, dopo l'esposto-denuncia del marito della donna, ha disposto la riesumazione del corpo e ha fissato per il 21 agosto l'autopsia. Il pm indaga per omicidio colposo e omissione di soccorso. La donna, che viveva con la famiglia a San Giorgio Jonico (Taranto), lavorava ogni giorno a circa 150 chilometri da casa per meno di 30 euro. L'esposto-denuncia alla procura di Trani, competente per territorio, è stato depositato il 14 agosto scorso ai carabinieri di San Giorgio Jonico dal marito della donna, Stefano Arcuri, assistito da tre avvocati, Pasquale Chieco, Vito Miccolis e Giovanni Vinci. L'autopsia sarà compiuta dal medico legale dell'Università di Bari Alessandro Dell'Erba. 

Intanto, sempre nel barese, un altro bracciante ha accusato un malore ed è in coma. L'uomo, un 42enne di San Giorgio Jonico (Taranto), è stato colpito da infarto nelle campagne del nord-barese mentre lavorava in una vigna, sotto un tendone, durante le operazioni di acinellatura. L'episodio è avvenuto circa dieci giorni fa, ma la notizia si è appresa solo oggi. Il bracciante, denuncia il segretario della Flai Cgil Puglia, Giuseppe Deleonardis, “lavorava circa sette ore al giorno, alle quali si devono aggiungere le cinque ore di trasporto”. Proprio per il trasporto, precisa Deleonardis, “l'uomo pagava 12 euro al 'caporale', a fronte di una paga che supera di poco i 27 euro al giorno. Salario, quest'ultimo, che viene corrisposto alle donne”. L'uomo lavorava per la stessa agenzia interinale per cui lavorava la donna morta.

C.d.G.