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Scenari

Natale, sulle tavole degli italiani più capponi, polli e tacchini

10 Dicembre 2014
cappone cappone

La carne non può mancare, ma la crisi si sente. E gli italiani optano per le carni avicole, che costano meno di quella rossa

Che sia lessa o farcita e cotta in forno, in gelatina o rollè, la carne è la vera protagonista del pranzo di Natale. In particolare le carni avicole (pollo, cappone, tacchino e faraona) sono il filo conduttore di tanti piatti tradizionali delle feste. 

Lo dimostrano i ricettari della nonna, ma anche i numeri: tra Natale e l'Epifania, verranno consumati circa 800 mila capponi e 500 mila tacchinelle. Per un Natale all'insegna del risparmio – si stima infatti anche quest'anno un taglio alle spese complessivo del 6,7% e di circa l'1% per quelle alimentari (Federconsumatori/Adusbef) – ma senza rinunciare alla tradizione, dieci ricette a base di pollo rielaborate in chiave contemporanea, alla portata di tutti i portafogli e delle diverse competenze in cucina. A proporle dieci food blogger messe alla prova da www.vivailpollo.it, blog a cura di Unaitalia (Unione Nazionale Filiere Agroalimentari delle Carni e delle Uova). 

Il risultato è un menu delle feste appetitoso e di sicuro effetto. In più è anti-crisi e di facile realizzazione.
Per tutti i “chicken lover” che non vogliono rinunciare alla tradizione, quasi ogni Regione vanta la sua ricetta tipica di Natale a base di carni avicole. In un ideale giro d'Italia, in Liguria troviamo la tacchina arrosto con patate (Bibinn-a a rosto co-e patate), il cappone lesso servito con la mostarda (Cappon boggio co-a mostarda), ma anche i famosi maccheroni di Natale, cotti nel brodo di cappone, con aggiunta di sugo di carne o funghi secchi e salsiccia. Spostandoci in Lombardia, a Mantova per l'esattezza, a far da padrone del pranzo di Natale sono gli agnolini in brodo di terza (cappone, manzo e osso bovino), introdotti dal rituale bevr'in vin. A Milano invece il simbolo della festa è il panettone, ma il piatto forte è il tacchino ripieno. 

In Emilia Romagna Natale è sinonimo di cappelletti, più grandi rispetto ai tortellini modenesi. La pasta fresca della tradizione prevede una farcitura con trito di carni fra le quali anche pollo o tacchino e mortadella. Nelle Marche, da Natale a Capodanno, regine della tavola sono le carni avicole e cunicole: dai cappelletti in brodo – di tacchino o cappone – al bollito con verdura cotta e cardi, fino all'arrosto di pollo, piccione ma anche coniglio e faraona, serviti con patate o fritto misto. 
Anche in Toscana tradizionalmente l'elemento centrale del pranzo di Natale è la carne, come il brodo e il cappone.

A Roma si sostiene che il brodo apra lo stomaco e lo prepari alla ricchezza del pranzo della festa, quindi i cappelletti in brodo di cappone con ripieno di carne aprono tradizionalmente il pranzo di Natale. Il brodo abruzzese è una vera istituzione nel giorno di Natale e viene arricchito, oltre che con cubetti di cardone, con polpettine di carne, con il cacio e uovo arricchito di rigaglie di pollo e quadrucci all'uovo o sottilissimi tagliolini fatti in casa. Nel Teramano invece un must è l'ottimo tacchino alla canzanese. . Sulla tavola dei siciliani invece non può mancare la tacchinella ripiena di pasta “busiata”: la tacchinella disossata viene foderata con del prosciutto cotto e farcita con pasta precedentemente condita con sugo di salsicce.

(ANSA)