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Scenari

Mal dell’esca colpisce la Borgogna, produttori fanno il mea culpa sulle scelte agronomiche

16 Gennaio 2014
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In Borgogna si cerca di ricorrere ai ripari.

 Viticoltori e produttori fanno il punto della situazione sulla piaga del mal dell'esca che continua a devastare i vigneti nella regione. Indicata come la malattia più devastante del prossimo futuro. Alcuni sostengono che i danni che riporterà saranno altrettanto ingenti come quelli causati dalla fillossera, se non addirittura più gravi. La malattia del tronco uccide a poco a poco la vite e la pianta infetta non presenta sintomi. Prospettive non rosee, davanti a cui molti di loro hanno fanno il mea culpa. Strumenti non idonei, tecniche di innesto e potatura errate, uso di pesticidi  un mix di scelte e programmi che non hanno debellato la malattia, al contrario ne hanno favorito lo sviluppo. Il seminario tenuto dal Master of Wine Jasper Morris, Berry Bros & Rudd, focalizzato sulla problematica che sta incidendo non poco sulla produzione di molte cantine del territorio, grandi e piccole, è stata l'occasione per molti di guardare al passato, di fare il punto della situazione e di confrontare esperienze.  Alla tavola rotonda hanno partecipato anche personaggi di spicco come Olvier Merlin, produttore nel Mâconnais, il quale per primo ha messo sul banco degli imputati l'uso delle forbici elettrice, adottato da molti viticoltori. Sull'arsenico, bandito oramai in Francia da dieci anni ma che veniva largamente usato da molte cantine, Merlin facendo un excursus delle metodologie usate in passato, lo ha indicato come l'unico dimostratasi efficace per tamponare il mal dell'esca, specificando però la pericolosità per il terreno e l'ambiente di tale sostanza sostenendo in pieno il divieto di utilizzo. Poi ancora sotto giudizio è stata messa la tecnica d'innesto a omega, una delle più comuni e praticata in molti vivai. L'incontro è servito anche per valutare le alternative e le nuove strade intraprese da alcuni produttori, come Frédéric Lafarge da Domaine Michel Lafarge presente al seminario che ha puntato su una delle più quotate per combatte la piaga, quella dell'innesto in campo, non certo facile però da intraprendere in Borgogna a causa del clima, ma in altre zone d'Europa starebbe dando buoni risultati. Per quanto riguarda le varietà a rischio, la preoccupazione dei produttori rimane principalmente rivolta al Pinot Noir, mentre lo Chardonnay risulta meno sensibile.