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Scenari

Nuova normativa Ue sugli alchil esteri. I dubbi dei produttori di olio: “Non tutela il Made in Italy”

17 Ottobre 2012
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Non ci si mettono solo le avverse condizioni climatiche.

 Ma a far “impazzire” i produttori di olio siciliani ci si mette anche la burocrazia. Ora arriva una notizia che, pare, essere a favore dei produttori di olio extravergine di oliva senza aggiunta di alcun deodorante. Per gli esperti si chiamano alchil esteri. Dalla comunità europea sono arrivate nuove regole per l'olio di oliva. Infatti la quantità presente di alchil esteri dovrà essere di 30 milligrammi per chilo (fino ad oggi era di 75 milligrammi). Una regola che, però, non rende entusiasti i produttori.

Natalia Ravidà, produttrice a Menfi, per esempio, sottolinea che la pratica di deodorare l'olio è molto comune in Spagna, meno in Italia. “Sicuramente abbassare il parametro di riferimento giova ai produttori – dice – ma credo che a livello comunitario noi produttori non siamo assolutamente tutelati”. Ravidà punta il dito sulla dicitura “extravergine”. “Tutti i giorni devo spiegare ai miei clienti cosa significa extravergine e perché nei supermercati ci sono bottiglie di extravergine vendute a tre euro”. Le normative dicono che un olio con un grado inferiore od uguale allo 0,8 può essere definito extravergine. La Ravidà, per esempio, lo definisce extravergine fino al massimo allo 0,25. “Lavoriamo in un mercato di nicchia con tutte le difficoltà che ci sono – spiega – ed il nostro importatore ci ha chiesto di inserire il “Made in Italy” in etichetta per essere immediatamente riconoscibili. Noi non vogliamo farlo, perché è una dicitura prettamente commerciale e non è vero assolutamente quello che dice. Visto che ci sono alcuni oli con il made in Italy che utilizzano parti di olive comunitarie”.

Anche Lorenzo Piccione della Piano Grillo, punta il dito sulle etichette non chiare, che ingannano chi acquista. “Come nel vino sono d'accordo sul fatto che il consumatore possa comprare un olio anche a tre euro – dice – ma deve essere consapevole ed avere ben chiaro in testa quello che sta comprando”. Per spiegarlo meglio Piccione fa un esempio: “La gente acquista il Tavernello – dice – e lo sa che non si tratta di un grande vino da bottiglia. La stessa cosa dovrebbe essere chiara per l'olio. Certo non tutti possono comprare una bottiglia a quindici euro, ma non è giusto che la gente sia convinta di acquistare olio extravergine a prezzi irrisori”. Poi un appunto sulla burocrazia. “Dal punto di vista normativo non abbiamo nessuna tutela – dice – dobbiamo riempire solo tonnellate di scartoffie e di carte. La dicitura extravergine è commerciale. Ma non viene commessa alcuna illegalità. Visto che questi oli rispettano veramente i parametri che sono troppo ampi. Il meccanismo va rivisto”. Per gli  alchil esteri, Piccione dice che per i piccoli produttori cambierà poco.

G.V.