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Scenari

Ora il menù è 4.0: ecco quello digitale che traduce in tempo reale in 60 lingue

03 Maggio 2020
Pietro_Ruffoni Pietro_Ruffoni

In attesa delle nuove regole che dovrebbero essere emanate, si spera a breve, per la ripartenza dell’attività di ristorazione, il mondo dell’horeca sta ercando di riorganizzarsi sulla base delle raccomandazioni contenute nel “Manifesto Orizzontale dell’Ospitalità e della Tavola”, sottoscritto anche dalla Fipe.

E, cioè, una serie di nuovi servizi smart per aiutare i ristoratori alla ripartenza dopo l’emergenza Covid-19 e una garanzia in più per gli italiani che, effettivamente, non vedono l’ora di tornare a mangiare fuori casa in piena sicurezza. Così, per rendere la vita più facile al mondo dell’horeca che deve badare a tutta una serie di adempimenti per trovarsi pronto per la ripartenza, chi fornisce servizi per rendere sempre più efficiente i servizi al cliente, possiamo dire che ne inventa una più del diavolo. Come, per esempio, il servizio smart capace di aiutare il mondo dell’horeca a rispettare le nuove normative di sicurezza. A farlo è un giovane imprenditore di Arzignano, Pietro Ruffoni, amministratore dell’azienda HealthyFood, ideatore di MyCIA (la carta di identità alimentare), che adesso ha creato My Contactless Menù, il pacchetto di servizi a valore aggiunto per la digitalizzazione della ristorazione.

Il servizio My Contactless Menù, dice Ruffoni, manda definitivamente in soffitta il vecchio menù cartaceo, oltretutto impossibile da igienizzare, offrendo il primo menù digitale 4.0, che traduce in maniera istantanea in 60 lingue: il cliente può visionarlo attraverso la semplice scansione via smartphone di un QR Code posizionato sul tavolo dal ristoratore, visualizzandolo già nella lingua madre e completo dei valori nutrizionali e calorici dei piatti se resi accessibili da parte del ristorante. È aggiornabile in tempo reale in piena autonomia – con un importante risparmio di tempo e di denaro – e consentendo la visualizzazione da remoto, assicura ai ristoratori di entrare nel network delle oltre 80mila persone che hanno scaricato l’app rendendolo facilmente condivisibile attraverso qualsiasi servizio di messaggistica. È inoltre possibile filtrare il menù perfetto per i propri gusti e stili alimentari, eliminando gli alimenti non graditi.

E, poi, My Contactless Menù consente la prenotazione online del proprio tavolo direttamente dall’app, con un doppio vantaggio: per i ristoratori, di poter organizzare gli ingressi in modo scaglionato senza ricorrere ad un gestionale ad hoc, e per i clienti la garanzia di un appuntamento certo e confermato, riducendo tempi di attesa in coda. In più, con il servizio Order & Pay by Phone, è possibile effettuare ordini direttamente dal menù digitalizzato, ricevendo il conto in formato digitale e pagandolo dallo smartphone, evitando passaggi di carte, comande e strumenti di pagamento di mano in mano. L’idea di Ruffoni è partita dalla constatazione che “il mondo della ristorazione si prepara alla ripartenza tra molte incognite e con la consapevolezza che l’innovazione peserà non poco in questa sfida. Noi ci siamo attivati subito per supportare con servizi smart, intuitivi ed unici nel loro genere, per ristoratori e clienti. My Contactless Menù è nato proprio per eliminare il rischio di contagio, digitalizzando tutti quei processi che fino ad oggi hanno potuto essere fisici e che non potranno più esserlo. In più, le nuove feature rendono il nostro prodotto e il pacchetto di servizi associato ancora più smart grazie alla visualizzazione dei valori nutrizionali e delle calorie resa possibile attraverso l’indicazione delle grammature dei vari ingredienti elaborate dal nostro algoritmo. Una rivoluzione digitale applicata al mondo della ristorazione. E tutto in un’app”. Insomma, una vera e propria rivoluzione digitale che, intanto non toglie nulla all’emozione che ti può offrire il ristorante e, poi, oltre a risolvere tutti i problemi legati alle procedure anti contagio, consente di ottimizzare e semplificare tutto il servizio di sala. Che, non è poco in momenti particolari e difficili come quelli prodotti dal Covid-19.

Michele Pizzillo