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Scenari

Prezzo uva in Sicilia, Cartabellotta: “Nessun assistenzialismo si deve puntare sulla qualità”

20 Marzo 2014
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Dario Cartabellotta

Non sarà il ritorno all’assistenzialismo a salvare il prezzo dell’uva.

L’assessore all’Agricoltura, Dario Cartabellotta, non ha dubbi. Questa mattina in assessorato un vertice, dopo la denuncia di Coldiretti sulla remunerazione dei viticoltori nella campagna 2013-2014: 5 euro per un quintale di uva, praticamente 5 centesimi al chilo. Difficile stabilire le cause di questo crollo, che solo in parte si giustifica con l’aumento della produzione. Si possono solo avanzare ipotesi, dall’ingresso sul mercato di ingenti quantità di uve provenienti dall’estero a eventuali “cartelli”.

“La Sicilia è una ma sono tante”, dice Cartabellotta citando Bufalino. “C’è un sistema orientato al mercato, uno che si sta adeguando, un altro che pensa ancora a distillazione e vendemmia verde”. Ed è a quest’ultimo che la Regione dice no.  “Ci sono cantine che confermano un calo netto del prezzo – spiega Cartabellotta – pari al 75%, altre negano. Certamente chi ne risente di più sono i vini sfusi, quelli di scarsa qualità. Invece è proprio sulla qualità che si deve puntare per confrontarsi con il mercato. Dal canto nostro siamo contrari a qualsiasi forma di assistenzialismo. Abbiamo già avviato i primi bandi e il prossimo è imminente per sostenere i vigneti, le cantine e la promozione, ma tutto si basa su qualità e mercato”. Altro punto fondamentale l’accordo di filiera. “Solo chi lo siglerà accederà ai finanziamenti, anche questa è una forma di tutela per i produttori”.

Al vertice hanno preso parte il prefetto di Trapani, Leopoldo Falco, le organizzazioni di categoria (Cia, Coldiretti, Confagricoltura), cantine sociali e aziende, il deputato Mimmo Turano.

“Il momento è molto difficile – dice Alessandro Chiarelli, presidente di Coldiretti Sicilia – , ci sono troppe incertezze, non ci sto a passare per chi lancia allarmi ingiustificati. L’incontro di oggi è stato molto utile per fare il punto della situazione e delineare le azioni necessarie per uscire dall’angolo. Innanzitutto dobbiamo rispettare la vocazione del territorio anche nella scelta delle cultivar. E piuttosto che guardare alla distillazione, dovremmo pensare a forme di utilizzo diverso come ad esempio i cristalli di zucchero (un dolcificante ottenuto dalla sublimazione del mosto, ndr). Giusto anche un maggiore controllo della filiera”.

E di controlli parla anche Cartabellotta: “È pronto per andare in aula un disegno di legge grazie al quale nascerà l’Osservatorio equità e giustizia nelle filiere alimentari”, una sorta di antitrust senza potere sanzionatori ma che affiancherà i propri controlli a quelli della task force contro l’agropirateria che intensificherà l’azione nei mercati e nei porti. Ultimo passo il completamento del percorso per la creazione della Doc che rappresenta ulteriore garanzia delle regole.E proprio di controlli della Doc potrebbe occuparsene l'Istituto Vite e Vino di Sicilia. 

Stefania Giuffrè