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Scenari

Prosecco negli USA: da zero a mezzo miliardo di dollari in quindici anni

01 Ottobre 2025
VinitalyUSA24 (main floor) VinitalyUSA24 (main floor)

Dati record per le bollicine venete: oggi rappresentano il 31% del vino italiano venduto in America

In America il Prosecco non è più solo un vino: è diventato un simbolo pop, sinonimo di convivialità e di un bere accessibile, tanto da superare lo Champagne non soltanto nei volumi ma persino nel valore al consumo.

Secondo un focus dell’Osservatorio Uiv–Vinitaly, diffuso in occasione di Vinitaly.Usa (Chicago, 5-6 ottobre 2025), il Prosecco vale oggi il 31% dei consumi a valore di tutti i vini italiani venduti negli Stati Uniti. Un risultato straordinario se si pensa che, a quindici anni dalla ridefinizione della sua piramide produttiva (Conegliano Valdobbiadene Superiore Docg, Asolo Docg e Prosecco Doc), il valore del comparto è passato da zero a oltre 500 milioni di dollari, con un incremento del 178% negli ultimi sette anni: quattro volte la crescita media dei vini italiani negli USA.

Il fenomeno si riflette anche nei dati demografici: il 27% dei consumatori appartiene alla fascia millennial e sei utenti su dieci sono donne. Non solo vino in purezza, ma anche protagonista della mixology, dallo Spritz ai cocktail con frutta fresca, fino ai ready-to-drink.

«Non sono mancati ostacoli – ha ricordato Adolfo Rebughini, direttore generale di Veronafiere – dalla pandemia al calo del potere d’acquisto, fino alla concorrenza di nuove bevande. Ma il Prosecco ha dimostrato resilienza, grazie a strategie coerenti di valorizzazione e a investimenti mirati».

Oggi il Prosecco rappresenta l’87% delle vendite di spumanti italiani e il 25% dell’intero export vinicolo tricolore negli Stati Uniti. Secondo Carlo Flamini, responsabile dell’Osservatorio, «ha ormai raggiunto il 40% di notorietà tra i consumatori americani, avvicinandosi a un’icona come lo Champagne, che resta al 52%. Ma dove il Prosecco ha già superato la bollicina francese è nella conversione all’acquisto: 31% contro 24%».

A confermarlo i dati SipSource: nei primi sette mesi del 2025, lo sparkling veneto ha conquistato il 30% del mercato americano delle bollicine, lasciandosi alle spalle lo Champagne, fermo al 28%.

La sfida dei prossimi anni sarà duplice: contrastare l’effetto dei dazi e ampliare il bacino dei consumatori, andando oltre il pubblico tradizionale caucasico per raggiungere comunità etniche sempre più rilevanti dal punto di vista demografico.

A Vinitaly.USA, intanto, si attendono 250 espositori tra cantine e consorzi, con un fatturato aggregato di oltre 7,2 miliardi di euro. Un appuntamento che non celebra solo il successo del Prosecco, ma l’intero made in Italy del vino, pronto a consolidare la sua presenza nel primo mercato mondiale.