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Scenari

Vendevano falso Sassicaia in Cina, Russia e Corea: giro d’affari da 400 mila euro al mese

15 Ottobre 2020

Una truffa bella e buona. Con protagonista uno dei vini-icona italiani.

La Guardia di Finanza di Firenze ha scoperto un giro d’affari sul Sassicaia contraffatto. Tutto è partito con una cassa di legno contenente falso Sassicaia ritrovata per strada ad Empoli. L’inchiesta, coordinata dalla procura del capoluogo toscano, ha portato agli arresti domiciliari due imprenditori lombardi mentre sono 11 gli indagati a vario titolo per contraffazione internazionale del marchio e dell’indicazione geografica e ricettazione. Il giro d’affari, si spiega dalle fiamme gialle, sarebbe stato stimato in circa 400.000 euro al mese. Nell’ordinanza emessa dal gip Giampaolo Boninsegna, si rileva che “sussiste anche l’aggravante della organizzazione stabile, giacché le attività osservate sono poste in essere in maniera sistematica, cioé con carattere stabile e non occasionale, nonché in maniera organizzata, con preordinata pianificazione di medio termine e nella prospettiva di un ulteriore sviluppo, per il futuro, per l’esito positivo conseguito”.

Secondo quanto emerso il vino che veniva imbottigliato come falso Sassicaia era acquistato in Sicilia. Le bottiglie provenivano dalla Turchia mentre etichette, tappi, carta velina e casse erano prodotte in Bulgaria. La guardia di finanza è comunque intervenuta prima che potesse partire la vendita sul mercato parallelo: la produzione si sarebbe attestata su circa 700 casse di vino al mese, per un totale di 4.200 bottiglie, con un introito stimato appunto in circa 400mila euro al mese. La contraffazione sarebbe stata relativa in particolare ad annate tra il 2010 e il 2015. Agli arresti domiciliari i presunti organizzatori della falsificazione, due uomini residenti in provincia di Milano che, sempre in base a quanto accertato, si occupavano dell’imbottigliamento, dell’apposizione delle etichette e della carta velina, oltre all’assemblaggio finale delle casse, in un magazzino del Milanese. Perquisiti dalle fiamme gialle anche altri quattro presunti complici, che avrebbero collaborato nell’immissione del vino sul mercato. All’interno del magazzino utilizzato per l’attività illecita, i due arrestati si occupavano dell’imbottigliamento, dell’apposizione delle etichette e della carta velina sulle bottiglie nonchè del successivo assemblaggio della cassa. Contestualmente all’esecuzione delle ordinanze di arresto, sono state eseguite anche perquisizioni nei confronti di ulteriori quattro soggetti, ritenuti dei collaboratori dei due arrestati nella immissione del prodotto sul mercato. Analoga attività è stata svolta nei confronti di un quinto soggetto, che aveva procurato il vino da travasare nelle bottiglie vuote importate dalla Turchia

Diversi clienti, tra cui soprattutto cinesi, coreani e russi, avevano già fatto ordini per in migliaia di casse, pagate il 70% in meno del prezzo di mercato di quelle originali. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati a Milano 80mila pezzi contraffatti, utilizzabili per confezionare circa 1.100 casse. Le indagini sono partite dopo il ritrovamento, in strada a Empoli, di una delle casse di Sassicaia contraffatto, caduta da un tir, all’interno della quale è stato anche trovato il numero di cellulare di uno dei due arrestati. Il “Bolgheri Sassicaia” della tenuta San Guido è un vino Doc la cui produzione è consentita in una specifica zona del comune di Castagneto Carducci, prodotto con almeno l’80% di Cabernet Sauvignon. E’ uno dei vini italiani più pregiati.

C.d.G.