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Scenari

Vino, Grandi Marchi: la scommessa sulla Russia

26 Maggio 2011
PieroAntinori PieroAntinori


Piero Antinori, presidente Istituto del vino Grandi Marchi

L’Istituto del vino italiano Grandi Marchi si aggiudica una nuova insegna in Russia ad Ekaterinburg, la terza città per importanza dopo Mosca e San Pietroburgo.

Parte infatti dal centro della regione di Sverdlovsk la terza edizione di ‘Eat’ Russia, European Art of Taste, il progetto finanziato dall’Unione Europea che, dopo il tour canadese, porterà il tricolore enogastronomico a Mosca e San Pietroburgo e, per la prima volta quest’anno, a Ekaterinburg, considerata una nuova tappa strategica per l’export del vino italiano. Il progetto Eat raggruppa l’Unione seminativi, il Consorzio di Tutela Provolone Valpadana, l’Istituto per la Valorizzazione dell’Olio Extravergine di Oliva e le 17 cantine simbolo dell’enologia italiana nel mondo dell’Istituto del vino italiano Grandi Marchi. In programma, ad Ekaterinburg, degustazioni guidate e tasting workshop per far scoprire agli operatori del settore, soprattutto ristoratori, l’eccellenza della tavola italiana. «Ekaterinburg – dice Piero Antinori, presidente dell’istituto del vino Grandi Marchi- rappresenta una nuova sfida non solo per la nostra associazione, ma per tutto il vino italiano. La vitalità economica e la posizione strategica fanno di questa città un nuovo sbocco commerciale. Per aggiudicarselo – conclude Antinori- il vino italiano dovrà incrementare la promozione con azioni in grado di esaltare il fascino che il made in italy in generale, e il vino in particolare, destano sulla popolazione russa». Con il suo milione e mezzo di abitanti e un centro industriale in costante sviluppo, Ekaterinburg sta diventando piattaforma di investimento per diverse società straniere e conferma l’apprezzamento per l’agroalimentare italiano (pasta, formaggio, olio e vino) già dimostrato negli anni scorsi da Mosca e San Pietroburgo dove il consumo di vino è in costante aumento. La capitale della regione federale degli Urali entra quindi di diritto, insieme alle due città simbolo della Russia, nel piano di promozione del made in italy agroalimentare che andrà ad incrementare uno scambio economico con l’Italia che ad oggi si assesta sui 600milioni di dollari e coinvolge soprattutto i settori della metallurgia, della metalmeccanica e del legno.