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Scenari

Vino, spaccatura in casa Unione Italiana Vini: 22 aziende lasciano e vanno da FederVini

10 Dicembre 2016
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Un caso che potrebbe avere conseguenze ancora più importanti. Ma già adesso si tratta di una vera e propria “frattura”.

Lo rivela Emanuele Scarci nel suo blog de Il Sole 24ore che racconta di come 22 aziende (Scarci non le specifica tutte, però) abbandonano Uiv, Unione Italiana Vini. Pare che la decisione era già nell'aria e sia stata presa dopo la mai digerita elezione di Antonio Rallo a presidente. Le 22 aziende, infatti, appartenevano alla corrente che volevano come numero 1 di Uiv Ettore Nicoletto. 

Alla fine è diventato presidente Rallo e queste 22 aziende se la sono legata al dito. Non solo abbandonando l'associazione, ma, molti di loro, hanno aderito alla “concorrenza”, Federvini di cui è presidente Sandro Boscaini. Con lui ci sono Marchesi Antinori, Cantine Ferrari, Santa Margherita, Villa Sandi, Zenato, Cecchi, Sartori. I “dissidenti” parlano di impossibilità di fondere le competenze delle due organizzazioni esistenti, con il rafforzamento della parte dedicata al vino e una maggiore incisività per marchi ed export. In effetti nella Uiv è presente buona parte della filiera. Ma il tema del dialogo di filiera è sempre più spesso auspicato. Che ci siano i big del vino dietro questa decisione, pare una cosa certa. Perché prima delle elezioni, all'ex presidente di Uiv, Domenico Zonin era arrivata una lettera firmata da Boscaini, Piero Antinori, Matteo Lunelli, Piero Mastroberardino, Gaetano Marzotto e Andrea Sartori nella quale si avanzava la candidatura di Ettore Nicoletto, ad del gruppo Santa Margherita. Contrapposta a quella del vicepresidente Uiv Antonio Rallo. L’autorevolezza dei firmatari della missiva lasciava intendere una buona forza elettorale del candidato Nicoletto. Di fatto però non c’è stata una vera partita elettorale. Rallo ha vinto facile facile. Tanto che all’esterno sembrava che, a un certo punto, Nicoletto si fosse ritirato. E sacrificato in nome di una partita che, forse, non si sarebbe dovuta giocare. Oggi l’epilogo: la frattura fra le due anime della filiera italiana del vino si è ufficialmente conclamata. E solo pochi giorni dopo l’approvazione parlamentare del Testo unico del vino, per il quale hanno lavorato tutte le organizzazioni.