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Taormina Gourmet 2022

La Sardegna secondo Dettori: “I miei vini sono gastronomici. Hanno bisogno di cibo”

22 Ottobre 2022
ph Vincenzo Ganci - Migi Press ph Vincenzo Ganci - Migi Press

di Clara Minissale

Tra Cannonau e Vermentino, la Sardegna di Dettori che sfida gli anni è la masterclass che si è svolta in sala Belvedere all’Hotel Villa Diodoro, condotta da Fosca Tortorelli con Alessandro Dettori.

Dettori, vignaiolo sardo di Sennori, nel sassarese, molto attivo sul fronte della difesa dei vini territoriali, arriva da uno dei 33 terroir della Sardegna, quello più esteso di tutta l’isola, con oltre 1200 ettari di vigneti. La sua azienda si trova in una delle patrie storiche del Cannonau e del Vermentino, in un territorio che ospita anche molte altre specie, con circa 35 tipologie di uve. Sei i vini in degustazione, tre annate di Dettori bianco, Vermentino in purezza (2005, 2012 e 2016) e tre annate di Dettori Cannonau (2005, 2007 e 2010). Tra un racconto di vita in vigna e uno sui metodi di produzione dei suoi vini, Dettori ha sottolineato le potenzialità del Vermentino come vino d’annata. Un vino vivace, con sentori ancora freschi e ben delineati nella versione più vecchia in degustazione, il 2005, che diventano più concentrati nell’etichetta del 2012, fino alla 2016 che ha molti rimandi alla 2005 in termini di nettezza e definizione. “Il nostro obiettivo – ha detto Dettori parlando della storia dell’azienda della sua famiglia – è sempre stato mettere in bottiglia del vino e per questo, solo per questo, resiste bene al tempo. Sono vini gastronomici che hanno bisogno di cibo”. La degustazione del Cannonau, vitigno più antico in Sardegna rispetto ad altre zone di Europa, ha preso il via dall’annata 2005, la prima prodotta nella nuova cantina di Dettori, è proseguita con l’annata 2007 che profuma di Sardegna, con note Mediterranee e una leggera affumicatura e si è conclusa con l’energica 2010.

C.M.

ALCUNE FOTO (Vincenzo Ganci – Migi Press)