Sull’Etna il vino non è mai soltanto vino: è il racconto di un paesaggio molto speciale, di lavoro, di comunità. Lo si è visto a Milo, dove si è appena conclusa la 45ª edizione di ViniMilo, trasformando per diciassette giorni le piazze, le cantine e i palmenti del borgo in un laboratorio diffuso di cultura enologica.
Edizione extralarge, con 47 eventi e oltre mille partecipanti, ha portato in scena un mosaico che ha unito il Carricante etneo alla Vitovska del Carso, i bianchi delle Alpi agli spumanti italiani, il Barolo ai rossi del vulcano. Masterclass, degustazioni, convegni e cene a tema hanno creato un filo conduttore fatto di confronti e scoperte, dal racconto dei patriarchi della vite del gruppo di ricerca G.R.A.S.P.O. alle suggestioni lunari delle degustazioni di Etna Bianco Superiore tra i terrazzamenti lavici appena recuperati.
La vera novità è stata però la ViniMilo “diffusa”: non più solo nel Centro Servizi, ma anche dentro nuove cantine nate dal recupero di antichi casali, a conferma di un territorio che cresce nella sua vocazione all’accoglienza. “Per lavoro sull’Etna si resta, si arriva o, meglio ancora, si torna” ha sottolineato il sindaco Alfio Cosentino, ricordando come in otto anni siano aumentati produttori, strutture ricettive e investimenti, con effetti concreti sull’economia locale.
Trentamila visitatori hanno animato vicoli e piazze, tra degustazioni, mercatini bio, stand di artigiani, musica dal vivo e persino un dj set che ha portato le bollicine etnee a ritmo di dance. Alle Cantine Iuppa e da Favazza Etna Winery gli eventi in trasferta sono stati tutti sold out, confermando l’appeal di un turismo lento, esperienziale e legato al vino.
ViniMilo non ha dimenticato la solidarietà: l’UNICEF ha presentato in anteprima nazionale il progetto “Mobilitazione Ulivo”, mentre Slow Food Catania con i produttori etnei ha avviato una raccolta fondi per sostenere comunità in Medio Oriente.
Ancora una volta, il vino dell’Etna si è dimostrato capace di andare oltre il bicchiere. ViniMilo cresce insieme al territorio e diventa un ponte tra vigneti e mondo, tra tradizione e futuro, tra l’orgoglio di una comunità e lo sguardo internazionale di chi oggi guarda all’Etna come a una delle culle più vitali del vino europeo.