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Eventi e iniziative

Il vulcano tra vigne, distillati e sfide del domani: il racconto di EnoEtna

29 Settembre 2025
La gara delle Botti a EnoEtna 2025 La gara delle Botti a EnoEtna 2025

La 28ª edizione della rassegna etnea si chiude con grande partecipazione e un messaggio di fiducia rivolto ai giovani

Santa Venerina ha chiuso la 28ª edizione di EnoEtna con il calore di un pubblico numeroso e partecipe, giunto da tutta Italia per tre giornate – dal 26 al 28 settembre – dedicate al vino dell’Etna e ai prodotti agroalimentari del territorio.

Il momento più significativo si è svolto nell’aula consiliare, dove Giuseppe “Pippo” Caffo, patron della Distilleria Caffo 1915 e padre del celebre Amaro del Capo, ha ricevuto la cittadinanza onoraria dal sindaco Santo Raciti e dal consiglio comunale. Commosso davanti a una sala gremita, Caffo ha ricordato l’infanzia e la giovinezza trascorse a Santa Venerina prima del trasferimento in Calabria, dove la famiglia decise di fondare l’impresa destinata a diventare un marchio internazionale. «Per me non è un ritorno, perché da qui non me ne sono mai andato. Qui sono a casa», ha detto l’imprenditore, annunciando la nascita di un Museo dei Distillati nello storico stabilimento di famiglia, oggi restituito alla comunità come spazio di memoria e cultura.

Un passaggio del suo discorso è stato rivolto ai giovani: «Siate coraggiosi, iniziate anche da una piccola cosa, ma non mollate. Abbiate fiducia». Parole che hanno trovato eco nell’intervento del sindaco Raciti, il quale ha sottolineato come l’onorificenza «nasca dal merito e dall’orgoglio con cui Caffo ha mantenuto vivo il legame con le proprie radici», iscrivendolo nel libro d’onore del Comune accanto a personalità come Liliana Segre e Salvatore Borsellino.

La giornata è proseguita con un talk moderato da Fabrizio Carrera, direttore del quotidiano Cronache di Gusto, che ha dato voce ai protagonisti delle filiere agroalimentari etnee. Francesco Leotta, vicepresidente del Consorzio Limone dell’Etna IGP, ha ribadito il valore della denominazione come «risorsa e garanzia di qualità», raccontando l’impegno dei cinquanta soci e della rete Terra dei Limoni, che punta a fare squadra con le distillerie. Fabio Mancuso, tecnico del Consorzio Monte Etna DOP, ha descritto la versatilità della Nocellara etnea, ricordando i sessanta associati e una produzione media di 450 quintali l’anno su 250 ettari coltivati. Gaetano Aprile, presidente dell’associazione Sicilia in guscio, ha richiamato l’attenzione sulla nocciola come prodotto dal passato illustre da rilanciare attraverso la trasformazione in semilavorati.

Sul fronte del vino, Maurizio Lunetta, direttore del Consorzio Etna DOC, ha presentato i numeri della denominazione: 450 viticoltori, 21 comuni coinvolti, 1.500 ettari e circa 6 milioni di bottiglie, con una scelta precisa di contenimento delle rese per salvaguardare qualità ed enoturismo. Vito Bentivegna, direttore dell’IRVO, ha ricordato il lavoro dell’istituto nella promozione del territorio con giornalisti e tour operator, oltre alle collaborazioni scientifiche con università e centri di ricerca. A chiudere il confronto è stato l’assessore regionale Andrea Messina, che ha ribadito il sostegno della Regione: «Siamo vicini ai Comuni con risorse finanziarie, ma esercitiamo anche un dovere di vigilanza. La missione è offrire alle nuove generazioni opportunità di crescita e di futuro».

Nello stesso giorno Santa Venerina ha ospitato il Palio nazionale delle Botti delle Città del Vino: la squadra femminile locale ha conquistato il terzo posto e quella maschile il secondo, con la vittoria andata a Maggiora (Novara), che ospiterà la finale l’11 e 12 ottobre. «A Maggiora ce la metteremo tutta – ha detto Salvatore Spadaro, presidente della Pro Loco – ma quello che conta è l’entusiasmo e la straordinaria partecipazione del pubblico».

Infine, spazio alla cucina d’autore con i cooking show: lo chef Seby Sorbello, patron del ristorante Sabir Gourmanderie, ha presentato uno sformato di anelletti al finocchietto selvatico con fonduta ai porcini e sugo di castagne e vino cotto, mentre lo chef Pietro Arezzi, presidente dell’Associazione Cuochi di Catania, ha proposto il piatto “Il suino si veste d’autunno”.

Tra vini, distillati, sfide popolari e riflessioni sul futuro, EnoEtna 2025 ha confermato la sua vocazione: raccontare un territorio che celebra le proprie radici ma sa trasformarle in energia per il domani.